Quali sono i luoghi in cui è più facile contagiarsi col Coronavirus rispetto ad altri? Ecco uno studio molto interessante pubblicato su Nature
Il Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’Europa. In alcuni paesi, il lockdown è stato lunghissimo e le misure restrittive davvero molto rigide. In Italia, invece, il Premier Giuseppe Conte sta cercando ancora di scongiurare un secondo lockdown per questa nuova ondata. Intanto, però, il virus continua a mietere vittime. Persone anziane, purtroppo, sono loro quelle esposte ai rischi maggiori. Sono loro le fasce più vulnerabili in questa emergenza sanitaria. E’ per questo che, in nome di un impegno civile che mai come adesso risulta importante, bisogna attenersi alle regole imposte dal Governo e dal sistema sanitario. In diverse città, ci sono già ospedali pieni e le richieste d’aiuto da parte dei medici risultano sempre più insistenti.
Coronavirus, quali sono i luoghi in cui c’è più rischio di contagio?
Con l’ultimo Dpcm, Giuseppe Conte ha diviso l’Italia in zone rosse, gialle ed arancioni. I negozi dovranno rispettare delle regole ben precise ed è ripresa, dal punto di vista della scuola, la didattica a distanza. Ma quali sono i luoghi in cui si rischia di contagiarsi di più rispetto ad altri? E’ bene saperlo. E’ bene capire come comportarsi sotto ogni aspetto quando in giro c’è una pandemia globale che ha già comportato migliaia e migliaia di morti.
Lo studio pubblicato su ‘Nature’
Un gruppo di scienziati americani ha pubblicato su ‘Nature’ uno studio davvero interessante che indica – basandosi su dati ‘virtuali’ – quali sono i luoghi in cui il contagio si manifesta di più. Gli studiosi hanno preso in analisi le chiusure delle attività commerciali ed hanno appurato che, per esempio, con la chiusura dei ristoranti si è arrivati a 600 mila casi in meno solo a Chigago. Questo è il dato più interessante. In secondo luogo, ci sono le palestre: chiudendo le quali si avrebbe un calo di circa 149 mila casi. Se c’è qualcosa che – tra l’altro – ha aiutato molto a ridurre il contagio, questa è lo smartworking. Ma, come era facilmente ipotizzabile, questa pratica non è accessibile a tutti e con l’affollamento dei supermercati il virus ha continuato a circolare.