Il Sudafrica ha interrotto le vaccinazioni con il siero AstraZeneca in quanto, sulla base di uno studio non ancora pubblicato, non è efficace contro la locale variante del Covid
Il Sudafrica ha sospeso le inoculazioni del vaccino di AstraZeneca contro il Coronavirus dopo che dati di una sperimentazione interna, non ancora pubblicati su una rivista scientifica, hanno dimostrato la sua scarsa efficacia contro la variante locale, la B.1.351, per i casi di infezione lieve e moderata. Nella sperimentazione sono stati coinvolti 2.000 volontari relativamente giovani e quindi con basse probabilità di ammalarsi in modo grave: il vaccino di AstraZeneca si sarebbe dimostrato efficace solo nel 10% dei casi. Anche il Financial Times ha reso noto in un articolo che uno studio condotto dall’Università del Witwatersrand (Sudafrica) e dall’Università di Oxford indica come il vaccino abbia un’efficacia ridotta. “In questa fase ridotta I/II di test i primi dati mostra efficacia limitata contro la malattia in fase moderata provocata dalla variante sudafricana B.1.351. Ma non siamo stati in grado di accertare la sua efficacia contro casi gravi della malattia e nei casi di ospedalizzazione perché i soggetti esaminati erano giovani adulti in salute”, ha dichiarato un portavoce dell’azienda farmaceutica. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l‘Organizzazione Mondiale della Sanità. “Alcuni studi preliminari che suggeriscono una ridotta efficacia. Ma ancora una volta, quegli studi non sono ancora completamente pubblicati”, così, alla CBS, Maria Van Kerkhove, Responsabile tecnico per il Covid-19 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
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Covid, Sudafrica, stop al vaccino AstraZeneca: non efficace contro la variante sudafricana. Regno Unito, possibile “richiamo durante l’autunno”
Per contrastare le varianti del Covid, molto più contagiose del ceppo originario, il Ministro britannico Nadhim Zahawi, Responsabile per lo sviluppo del vaccino anti-Coronavirus, ha ventilato la possibilità che potrebbe essere necessario un ulteriore “richiamo durante l’autunno” che se venisse programmato già a partire da quest’anno, si prospetterebbe come la terza dose di vaccino somministrata nel 2021.
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Zahawi si è detto inoltre convinto che il Servizio Sanitario britannico sarà in grado di immunizzare tutti gli over 50 entro il mese di maggio mentre i vertici dell’Nhs, il Servizio Sanitario britannico, hanno auspicato una “vaccinazione congiunta” anti-influenza e anti-Covid nel 2022.