Il mondo della scuola dice no all’ipotesi di prolungare il calendario scolastico fino al 30 giugno: parla il coordinatore nazionale di Gilda Insegnanti
Sembra che Mario Draghi abbia intenzione di mettere al centro la scuola tra le sue priorità. Infatti questa sarebbe tra i principali temi emersi nel corso dei colloqui avuti tra il presidente del Consiglio incaricato e le forze politiche. Secondo alcune voci trapelate in questi giorni, il premier incaricato potrebbe prolungare l’attuale anno scolastico sino al prossimo 30 giugno.
Il motivo di questa possibile decisione sarebbe quello di recuperare il periodo perduto a causa della chiusura delle scuole causate in questi mesi per via dell’emergenza Covid. Uno stop non del tutto colmato con la didattica a distanza. Questa ipotesi, già circolata nei precedenti mesi durante il mandato della Ministra dell’Istruzione uscente, Lucia Azzolina, non sarebbe gradita a presidi e insegnanti.
Il coordinatore nazionale di Gilda Insegnanti, Rino Di Meglio, dichiara ai microfoni di ‘Fanpage.it‘. “Si può parlare di tutto, ma bisogna farlo approfondendo le cose. Il calendario scolastico non dipende dal comodo degli insegnanti: è stato tarato sulle esigenze delle famiglie dalle Regioni“.
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Scuola, Rino Di Meglio: “Gli insegnanti hanno lavorato tantissimo”
Secondo Di Meglio, la sola interruzione della scuola che si ha fra esami di Stato, che si tengono a luglio, e inizio del prossimo anno scolastico fissato per l’inizio del mese di settembre, è ad agosto.
I docenti sarebbero perplessi anche riguardo il possibile aumento dei turni di lavoro sino al termine dell’anno scolastico. “Gli insegnanti hanno lavorato tantissimo, perché purtroppo la didattica a distanza è più pesante di quella normale e richiede più impegno e più tempo“, sottolinea il sindacalista, che poi evidenzia che “nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria, e nelle scuole medie non ci si è mai fermati“.
Il modo per tutelare gli studenti che potrebbero restare indietro, dunque, non sarebbe – sostiene Di Meglio – quello di prolungare l’anno scolastico, fatto potrebbe non trovare il favore delle famiglie e ricadere su settori, come quello del turismo, ma nel finanziare “corsi di recupero individualizzati che sono sicuramente più efficaci“.