In arrivo una nuova arma nella guerra senza quartiere contro il Covid: ok da parte dello “Spallanzani” al vaccino russo “Sputnik V”
L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma ha inviato ai Ministeri della Salute e degli Esteri il proprio “parere tecnico-scientifico sul vaccino Sputnik V“. Nove pagine in cui il team “Sperimentazioni Vaccini” scrive che “i dati disponibili depongono per un ottimo profilo di sicurezza a breve termine per il siero russo e che i dati di efficacia clinica sia in termini di protezione dalla malattia sintomatica (superiore al 90%) e dalla malattia grave (100%) sono paragonabili ai due vaccini più efficaci attualmente disponibili e si sono dimostrati omogenei in tutte le fasce d’età”. Secondo la tabella comparativa allegata al report, l’efficacia di Sputnik V, stimata al 92%, è considerata superiore a quella di AstraZeneca, 82% dopo la seconda dose”. Inoltre “non ci sono stati casi di malattia moderata o grave nel gruppo dei vaccinati“. A 42 giorni dalla vaccinazione “il 98% dei vaccinati aveva sviluppato IgG specifiche, gli anticorpi”. Per quanto riguarda la sicurezza, “nessuno degli eventi avversi gravi osservati è stato associato alla vaccinazione e che l’analisi dell’associazione tra vaccino ed eventi avversi è stata confermata da un comitato nazionale indipendente”. Motivo per cui lo “Spallanzani” “ritiene che Sputnik V possa avere un ruolo importante nei programmi vaccinali contro il Sars-Cov-2“. Dopo la pubblicazione sulla prestigiosa rivista “Lancet”, il parere dello “Spallanzani” è stato trasmesso, corredato da una missiva dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, nella quale si chiede all’AIFA di autorizzare il siero russo, al Ministero guidato da Roberto Speranza.
LEGGI ANCHE –> Coronavirus, una mutazione lo ha reso otto volte più contagioso
“Spallanzani”, ok al vaccino russo “Sputnik V”: “Sicuro ed efficace”. I dubbi dell’Unione europea
Nel sunnominato parere, firmato dal Direttore Sanitario dello “Spallanzani”, Francesco Vaia, si precisa che “non sono stati condivisi i protocolli di studio in dettaglio ma solo sintesi” e che, quindi, al momento “tutti i dati di efficacia provengono da una singola sperimentazione” effettuata a Mosca, così come “non sono noti i dati sull’impatto delle varianti“. Ciononostante, le conclusioni sono chiare: in base ai dati disponibili, Sputnik V presenta un “ottimo profilo di sicurezza” e l’efficacia è “paragonabile” a quella dei vaccini Pfizer e Moderna.
LEGGI ANCHE –> Covid, Unione europea: via libera ai test rapidi comuni
Tuttavia, mercoledì scorso la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha chiaramente fatto intendere che l’opzione Sputnik V al momento non rientra nei piani di Bruxelles. “Finora l’Ema – ha dichiarato la von der Leyen – non ha ricevuto alcuna richiesta di autorizzazione alla commercializzazione per il vaccino russo anti-Covid Sputnik“. E qualora arrivasse una richiesta, “dovrebbero essere forniti all’Ema tutti i dati completi e dovrebbe passare tutto il processo di esame. Visto che non viene prodotto nell’Ue, dovrebbe esserci un processo di ispezione negli stabilimenti produttivi“.