Covid: vivere distanziati di un metro non basta più per il professor Galli

Il direttore delle Malattie Infettive del Sacco di Milano, il professor Massimo Galli, torna a parlare dei maggiori rischi che corriamo con la variante inglese del Covid.

variante inglese galli
Massimo Galli Facebook

I casi di Coronavirus – dopo settimane di decrescita – hanno ricominciato a puntare verso l’alto infatti, diverse sono le Regioni che, da oggi, sono passate dalla fascia gialla a quella arancione, tra cui la Lombardia. Ed è proprio dalla Lombardia che arriva il monito, dal direttore delle Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano – il professor Massimo Galli – per la precisione. Galli – durante la trasmissione Rai Agorà – ha tacciato tutti quei comportamenti irresponsabili di chi, in barba alle regole, ha trascorso il weekend accalcato sui navigli. Addirittura – riferisce Il Giornale – nella notte tra sabato 27 e domenica 28 febbraio, in Darsena è stato organizzato un rave party all’aperto dove sono stati infranti tutti i divieti: dal coprifuoco alle ore 22, all’obbligo di indossare la mascherina e mantenere la distanza di almeno un metro. Botti e assembramenti anche nel quartiere milanese Isola. Ma non si è tirata indietro nemmeno la Capitale dove diversi giovani si sono assembrati nella zona di Trastevere. Per l’esperto si tratta di comportamenti sciagurati: “C’è l’illusione di avere alle spalle qualcosa che abbiamo davanti. E’ questo l’elemento più tragico”.

Ma anche la distanza di un metro e mezzo, comunque, spiega Galli non è più sufficiente. Già: il Covid ora – nella sua variante inglese – è molto più contagioso e in grado di infettare anche a distanza di un metro/un metro e mezzo. L’infettivologo – riporta Leggo – ha specificato: “La variante inglese presenta un 37 o 40% in più di capacità di trasmissione. Vuol dire che il virus va anche più lontano del solito metro e mezzo“. Ma non solo. La variante inglese è più pericolosa in quanto basta anche una carica virale più bassa per contagiare o contagiarsi in quanto i nostri recettori rispondono meglio a questa mutazione del virus.

Galli ha proseguito: “Una concentrazione magari anche inferiore delle goccioline che vengono emesse riesce ad arrivare ugualmente qualche centimetro più in là e a infettare semplicemente perché la maggiore affinità di questa variante per i nostri recettori cellulari fa sì che probabilmente cariche inferiori siano ugualmente in grado di infettare”. Senza contare che questa variante colpisce molto anche i giovani e i bambini i quali poi, a loro volta, trasmettono l’infezione ai genitori e ai nonni che rappresentano una categoria fragile. Per Galli non c’è scampo: i casi tornaranno a crescere.

Lockdown e vaccino

Il professor Galli è sempre stato uno delle voci più caute e ha sempre sostenuto la necessità dei lockdown. Tuttavia, durante la trasmissione Rai, ha riconosciuto anche i limiti di questo metodo volto a contenere i contagi. Infatti – ha spiegato – è vero che con le chiusure di tutte le attività e il divieto di spostamento – se non per ragioni di lavoro o salute o comprovate necessità – il numero di casi si abbassa. Ma è anche vero che, una volta che si riapre tutto, se il virus è ancora in circolazione, i contagi tornano a salire. Lo abbiamo visto dopo le riaperture estive.

Tuttavia a settembre non disponevamo del principale strumento contro il Covid: il vaccino. E, secondo l’infettivologo, non è ora il momento di badare alle sottiglieze: ora bisogna vaccinare il maggior numero di persone possibili. A tal fine, il medico ha proposto – per le persone in buona salute  fino a 60 anni, di somministrare anche una sola dose. Mentre per i soggetti più anziani, affinché sviluppino una risposta immunitaria efficace, restano necessarie due dosi.

E, a differenza, di qualche mese fa, Galli si è ricreduto sul vaccino russo Sputnik. Tuttavia Sputnik – al pari del cinese Coronavac – non può ancora essere distribuito in Europa poiché non è stata ancora richiesta l’approvazione dell’Agenzia europea del Farmaco. Il professore ha concluso: “Non ne pensavo benissimo all’inizio, era stato presentato un po’ come strumento di propaganda politica. Non è così quindi se si potesse usare anche in Europa sarebbe una gran cosa. Lo stesso vale per i vaccini cinesi“.

 

 

 

 

Gestione cookie