Potrebbero spalancarsi le porte del carcere per Fabrizio Corona: la Procura Generale ha chiesto di revocargli i domiciliari dopo una serie di violazioni delle regole previste dal regime speciale. La decisione nei prossimi giorni
Dopo aver fatto impazzire il gossip per via della sua “turbolenta amicizia” – come da sua definizione – con Asia Argento, il bad boy dello spettacolo, alias Fabrizio Corona, torna a far parlare di sé dal momento che per lui potrebbero a breve aprirsi le porte del carcere: il sostituto Procuratore generale Antonio Lamanna, infatti, ha chiesto ai giudici del Tribunale di Sorveglianza di revocargli i domiciliari concessogli per motivi terapeutici nel dicembre del 2019. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il giudice Marina Corti, che segue la fase di esecuzione pena per l’ex re dei paparazzi. Il giudice nelle scorse settimane ha chiesto, dopo una serie di infrazioni alle regole del regime speciale, il ritorno in carcere dell’ex marito di Nina Moric, Conte dopo l’udienza tenutasi a porte chiuse ieri, conoscerà nel prossimi giorni il proprio destino.
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Procura Generale: “Corona deve tornare in carcere”. “Fabrizio è ovviamente preoccupato”
“Le violazioni, ammesso che esistano e per me non esistono, non sono tali da sopravanzare l’importanza del percorso di cura che sta seguendo, fatto di relazioni di esperti che sono tutte positive, un percorso che se venisse interrotto, significherebbe buttare via il lavoro fatto finora“. Questo il commento dell’avvocato di Fabrizio Corona, Ivano Chiesa, che ha sottolineato che “ovviamente Fabrizio è preoccupato” di tornare in carcere sostenendo che tale atto “sarebbe un sacrilegio“. Sulle comparsate in tv dell’ex re dei paparazzi e sul suo uso dei social network, il legale ha precisato che “non c’è scritto da nessuna parte che uno in detenzione domiciliare non possa andare in tv e usare i social, da quanto gli è stato inibito di andare in tv non ci va più ma i social e la televisione sono il suo lavoro“.
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Come ricorda fanpage.it, Fabrizio Corona deve scontare un residuo di pena per complessivi due anni e sei mesi, pertanto potrebbe tornare in libertà nel 2023. Nel calcolo sono già inclusi i nove mesi già scontati da Corona in regime di affidamento terapeutico: il Tribunale di sorveglianza, lo scorso ottobre, ha stabilito che devono essere scontati a causa delle numerose violazioni delle regole previste dal regime speciale e sui quali si pronuncerà la Suprema Corte di Cassazione. Nel caso in cui gli “ermellini” (epiteto dei giudici della Corte di Cassazione) dovessero cassare la decisione del Tribunale di Sorveglianza, Corona dovrà scontare una pena residua di un anno e nove mesi.