Esistono liste e prenotazioni. Eppure non tutti seguono l’ordine delle priorità quando si tratta del vaccino anti Covid.
Sulle vaccinazioni bisogna premere l’acceleratore, questo è evidente. Fino al 10 marzo erano stati vaccinati poco più di 1 milione e 700mila cittadini: poco più di un sessantesimo dell’intera popolazione residente in Italia. Numeri troppo esigui per poter tornare a vivere, lavorare, andare a scuola in sicurezza, secondo quanto dichiarano gli esperti e il Governo.
Tuttavia esistono dei soggetti che – o per la professione che svolgono o per l’età – sono maggiormente a rischio e che, pertanto, hanno diritto ad essere vaccinati per primi. Per questo esistono le liste. Da poco più di una settimana sono state aperte le prenotazioni per gli over 80 non residenti nelle case di riposo. Ma – spiega Repubblica – il percorso non è scevro da ostacoli. In Lombardia, ad esempio, ad una signora di 95 anni è stato fissato l’appuntamento per la somministrazione del vaccino anti Covid presso una struttura che si trova a 30 km da casa sua. La donna, trovandosi nell’impossibilità di raggiungere l’ospedale, non si è potuta presentare e ora non sa se potrà riprenotarsi oppure no.
E mentre milioni di anziani attendono pazientemente in lista c’è chi, seppur con le migliori intenzioni, trova scorciatoie. Tra questi il dottor Paolo Galli di Firenze che ha deciso arbitrariamente di vaccinare suo figlio. Galli – intervistato da La Nazione – ha difeso a spada tratta la sua scelta: “Avevamo chiamato dalla lista dell’overbooking ma era domenica e non arrivava nessuno: io vaccino chiunque pur di non sprecare un farmaco tanto prezioso. Se non ci sono sostituti, dico in piena coscienza di medico che è meglio vaccinare chiunque”. In pratica il medico pur di non buttare via una dose del farmaco, l’ha somministrata a chi, in questa fase, non ha diritto a riceverlo.
Il dottor Paolo Galli – 74 anni – è un medico in pensione che ha deciso di arruolarsi per la vaccinazione, rispondendo all’appello dell’ex commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri. Lavora all’hub vaccinale del Mandela forum. Dopo aver vaccinato suo figlio due domeniche fa, venerdì scorso ha anche proposto il vaccino al consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli che ha rifiutato. Ma, anche in questo caso, Galli non è affatto pentito e ha la spiegazione pronta: “Su 1.200-1.500 persone c’è sempre qualcuno che non si presenta. A quel punto si chiamano sanitari, soccorritori, soggetti fragili ma non è detto che tutti arrivino nei tempi. Il vaccino Moderna si conserva a meno 20 gradi, quando viene scongelato e dopo avere aperto la fiala non può stare più di sei ore a temperatura ambiente, perde la sua efficacia. La cosa più grave che si possa fare è buttare via il vaccino”.