Accorato appello di Marco: “Mi sto paralizzando, aiutatemi a trovare chi mi può curare”.
Non solo selfie, foto di gattini, video di ricette di cucina e valvola di sfogo per gli hater, talvolta Facebook viene utilizzato per scopi in perfetta sintonia con la sua originaria mission di social network. Marco Fallini, 33 anni, originario della Valchiavenna, affetto da una malattia rara, infatti, ha deciso di diffondere un appello su Facebook nella speranza di trovare un medico che possa curarlo: “Voglio chiedervi di condividere questo post, e raccontare la mia storia perché potrebbe aiutarmi a trovare qualche persona in grado di curarmi, o di aiutarmi. Sono sempre stato un ragazzo attivo e sportivo, finché ho potuto. Sono laureato in Psicologia, in Fisioterapia, e sono massaggiatore shiatsu. Ho fatto animazione in villaggio turistico, teatro d’improvvisazione. Facevo cabaret. Andavo in montagna. Che bello sciare, ciaspolare, fare trekking. Ballavo latino americano, hip hop, che passione! Intrattenevo. Meditavo e suonavo la batteria. Mi piaceva viaggiare. Vivevo tanto con gli amici. Gli interessi non mi mancavano“.
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“Questa è l’ultima spiaggia”
Da sei anni, però, la vita di Marco è stata stravolta dalla malattia che gli impedisce di muoversi. “Mi hanno fatto due diagnosi, scoperte in ritardo di anni dalla comparsa dei sintomi e che non rispondono a nessuna terapia, privandomi di momenti e giornate di sollievo“, spiega il 33enne. Gli sono state diagnosticate la spondiloentesoartrite psoriasica e impingement femoro-acetabolare in associazione al dolore cronico. Marco racconta di essere stato visitato da oltre cento specialisti, di aver subito quattro interventi chirurgici ed essere stato ricoverato per più di sette mesi. “È come se avessi dei chiodi di grosse dimensioni conficcati nel bacino, nella schiena, nelle ginocchia. Dolori sempre presenti, qualsiasi posizione assuma, che accompagnano la mia giornata dall’inizio alla fine, anche ora mentre scrivo questo post. A questo si aggiunge un mal di testa costante“.
Marco, quindi, spera attraverso il proprio post su facebook di reperire qualcuno che lo possa aiutare. “Mi sono imbattuto nella storia di un ragazzo che aveva una problematica definita irrisolvibile da alcuni medici, che ha trovato aiuto e risoluzione proprio grazie a un post sui social. Mi son detto che se c’è una strada che non ho ancora tentato, è questa: rendere pubblica la mia storia, lanciare un appello. Più persone condivideranno, più alta sarà la possibilità di trovare una soluzione. Questa è l’ultima spiaggia“.
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