Antonello Venditti dopo il vaccino: “Ho voluto AstraZeneca perché è proletario”

Il famoso cantautore romano Antonello Venditti ha dato una curiosa definizione del vaccino sviluppato con l’Università di Oxford.

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I vaccini sono farmaci. In quanto tali possono essere efficaci o no, sicuri o no, con certe controindicazioni piuttosto che altre. L’appellativo “proletario“, fino a due giorni fa, non lo si era mai udito in relazione ad un vaccino. Ma a colmare la lacuna ci ha pensato Antonello Venditti, il famoso cantautore romano che, forse stanco di dedicare canzoni alla Capitale o ai maturandi in ansia per gli esami, ha deciso di fare un video – dal titolo “Storia di un vaccino” – specificamente dedicato al vaccino anti Covid formulato con l’Università di Oxford.

Subito dopo l’inoculazione della prima dose avvenuta presso la Nuvola del Fuksas – riferisce Adnkronos – Venditti ha postato sui social un suo video nel quale ha rassicurato i suoi fans invitandoli, a loro volta, a vaccinarsi.  Il cantautore nella sua “Storia di un vaccino” ha specificato: “Prima di fare AstraZeneca ci ho pensato un sacco. E dopo ho detto: voglio fare questo vaccino proletario. Perché è giusto farlo e in effetti, credo sarà addirittura quello che funzionerà meglio per tutti, perché costa poco”. 

https://www.youtube.com/watch?v=pYiaxP2L6H8

Il discorso – seppur con toni più pop ed entusiastici – non si discosta poi molto da quanto spiegato qualche giorno fa dal microbiologo patavino, il professor Andrea Crisanti. Lo scienziato ha spiegato che bisogna puntare proprio su AstraZeneca per immunizzare il mondo poiché i vaccini a Rna messaggero – mRNA – come Pfizer e Moderna, sfruttando una tecnica nuova e dal potenziale elevatissimo, costano troppo e, dunque, non potranno arrivare a tutti.

AstraZeneca, invece, al pari di Johnson&Johnson e del russo Sputnik si avvale di una tecnica tradizionale, già conosciuta. E forse anche in virtù di questo i prezzi dei vaccini anti Covid cambiano così tanto. A svelarlo – spiega Fanpage – fu il segretario belga al Bilancio, Eva De Blekeer,  attraverso un Tweet: una sola dose di Moderna costa quanto sette dosi di AstraZeneca. Il costo di quest’ultimo, infatti è di 1,78 euro mentre Pfizer ne costa 12 e Moderna addirittura più di 14. In mezzo si colloca Johnson e Johnson che supera di poco i 6 euro.

Nel frattempo AstraZeneca, proletario o no, ha cambiato nome. Su richiesta dei produttori, l’Agenzia europea per il farmaco ha approvato il cambio con Vaxzevria. La formulazione del farmaco è rimasta la stessa. Ciò che è mutato è il bugiardino, aggiornato con nuovi possibili effetti collaterali.

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