E’ stato rinviato a giudizio il sindaco di Merate, Massimo Panzeri, per aver suggerito, durante una diretta facebook lo scorso maggio, quindi in pieno lockdown, come aggirare le misure anti-contagio da Covid. Rischia da 6 mesi fino a 5 anni di reclusione
Guai in vista per il sindaco, esponente del Carroccio, di Merate, Massimo Augusto Panzeri: il primo cittadino del centro in provincia di Lecco è stato rinviato a giudizio, e a novembre è stata calendarizzata la prima udienza del processo, per aver consigliato durante una diretta Facecook lo scorso maggio, rispondendo a un disabile che gli chiedeva se fosse consentito fare un giro in macchina, come eludere le norme anti-contagio da Covid e cosa rispondere in caso di controlli per evitare multe o denunce. “Se la fermano non dica che sta facendo un giro in auto, piuttosto dica che sta andando a trovare un parente o un amico. Dica che sta andando a fare la spesa. Ci sono tanti modi per ”aggirare” tra virgolette queste norme, visto che è impossibile controllare in modo puntuale…”. A decidere per il rinvio a giudizio, dopo le indagini svolte dagli agenti della Digos con l’acquisizione della registrazione della diretta Facebook, è stato il giudice per l’udienza preliminare Salvatore Catalano su richiesta del sostituto procuratore di Lecco Andrea Figoni.
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“La mia buona fede è testimoniata dall’intera diretta facebook”
“Sono convinto di poter dimostrare che non c’è stata da parte mia alcuna istigazione a eludere le norme. Volevo solo aiutare i cittadini a comprendere le novità contenute nell’ennesimo Dpcm mettendomi al loro servizio per chiarimenti e dubbi“. Così Massimo Panzeri, sindaco di Merate, esponente della Lega e a capo di una coalizione di centrodestra, ha commentato il rinvio a giudizio: deve rispondere di istigazione alla violazione di una legge di ordine pubblico, reato aggravato dalla sua funzione di sindaco, e rischia da 6 mesi fino a 5 anni.
“La mia buona fede è testimoniata dall’intera diretta Facebook, ancora visibile in rete — ha precisato il sindaco — Non l’ho rimossa perché desidero che tutti possano vedere quanto accaduto. Sotto accusa trenta secondi su 25 minuti complessivi di dialogo con i cittadini in cui ho ribadito ripetutamente l’importanza di rispettare le regole invitando i meratesi a mantenere tutte le precauzioni e ad accettare gli ultimi sacrifici. Ammetto che i due passaggi incriminati potevano essere affrontati con più cautela, ma di fronte a un disabile rinchiuso in casa da mesi mi sono trovato in difficoltà. Non c’era dolo, non c’era istigazione“.
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