Covid, un albergatore allo stremo per le chiusure vede un ingegnere finito per strada e lo ospita in hotel

Un ingegnere dormiva su una panchina a Firenze: un hotel della città ha di ospitarlo.

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Getty Images / Spencer Platt

Una storia di speranza e accoglienza quella successa a Pasqua a Firenze, un hotel, che vuole rimanere nell’anonimato, ha deciso di ospitare Saman, un ingegnere iracheno che viveva come senzatetto in zona Fortezza da Basso. Un articolo del Corriere Fiorentino aveva raccontato qualche tempo prima la storia dell’uomo che, come tanti, ha un passato che va oltre le apparenze della sua disperata situazione di vita.

Saman nasce in Iraq da una famiglia musulmana, ma si converte presto al cristianesimo, condizione che lo renderà un bersaglio per una terra dove l’Isis nasce e comanda. Dopo gli studi in ingegneria riesce a raggiungere l’Europa con la speranza di un futuro migliore. Approda prima in Turchia, ad Istanbul dove decide di dimenticare i suoi studi ed i suoi sogni per cercare di sopravvivere lavorando in ogni campo e situazione gli si presentava. Comincia in una stireria, poi come carpentiere, si reinventa parrucchiere, giardiniere e dopo responsabile delle pulizie di manutenzione del campo profughi di Bicske, in Ungheria. Nel 2017 dopo qualche tempo in Austria arriva in Italia, a Trieste dove continua a lavorare e fare corsi di formazione che però non si convertono in un lavoro concreto e stabile. Arriva infine a Firenze dove riceve supporto dalla Croce Rossa del comune di Bagno a Ripoli, ma non riuscendo a trovare lavoro vive come senzatetto dormendo in un sacco di nylon per ripararsi dal freddo, e qui la sua storia viene raccontata dal giornale locale.

I proprietari dell’hotel, ormai in perdita come tutto il settore alberghiero, leggono la sua storia e decidono che non possono rimanere indifferenti. Contattano Saman ed il giorno di Pasqua decidono di ospitarlo in una delle camere dell’hotel per 2 mesi dandogli un tetto sotto cui stare. L’iracheno decide di sdebitarsi dandosi da fare in tutti i modi, come è sempre stato abituato a fare nella sua vita, mettendoci tutta la forza e l’impegno possibile «Non si ferma un attimo. È volenteroso e offre una mano in tutto» hanno dichiarato i responsabili dell’hotel.

Saman ha quindi avuto una seconda possibilità per potersi costruire una nuova vita, i gestori dell’hotel si sono dati da fare anche per potergli trovare un lavoro stabile, cosa che non sarà difficile dati i suoi trascorsi di vita e la voglia di riscatto intrinseca dell’uomo. «Oggi sono felice» ha detto Saman in un’intervista, con la gratitudine negli occhi e nel cuore per una città che ha deciso di dargli soliderietà ed aiuto nonostante la situazione difficile per tutto il Paese. L’hotel ha scelto l’anonimato ma speriamo che sia un’azione che possa muovere una rete solidale nei confronti di chi normalmente viene dimenticato «Il bene si fa ma non si dice, come diceva Gino Bartali».

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