Partorisce e diventa uomo “Mio figlio continua a chiamarmi mamma”

Un ragazzo di 32 anni racconta le sue due vite: una da donna e mamma e l’altra da uomo.

monia diventa andrea

Quando ho partorito è come se Monia fosse morta e fosse rinata per lui, per il bambino”. A parlare non è più Monia ma Andrea. E no, Andrea non è il suo compagno o suo fratello o un amico. Andrea è Monia. Andrea – intervistato da Fanpage – ha raccontato la sua storia di 32enne che ha vissuto due vite: una da donna e una, quella attuale, da uomo. Prima ha convissuto con un uomo da cui ha avuto il suo bambino, Brian, che oggi ha 11 anni. Ma quando era piccolo, quando andava in prima elementare, la sua mamma ha deciso di operarsi e diventare ciò che dentro di sé si era sempre sentita: un uomo. All’inizio – spiega Andrea – nonostante tutte le le spiegazioni, per il bimbo non è stato facile, specialmente perché a scuola lo assillavano con mille domande: “Gli chiedevano ‘Come mai tua mamma ha la barba?”. Ma ora, prosegue il 32enne, è proprio il piccolo Brian a difenderlo dagli attacchi altrui e ad arrabbiarsi quando qualcuno confonde i pronomi femminili con i maschili. Però, perché anche nelle migliori famiglie cè un però, il bambino nel privato continua a chiamare Andrea “mamma“: “A casa continua a chiamarmi mamma. Non me la sono sentita di togliergli anche questo“- puntualizza il ragazzo.

Oltre ad un ex compagno – il papà di Brian – Monia/Andrea ha anche una ex moglie: una ragazza con cui è stato sposato per sette anni e da cui si è separato da due. Due vite complete e vissute al 100% insomma. Unico neo in questa ritrovata serenità: il papà di Brian non vuole più avere a che fare con il bambino. Forse per il troppo rancore nei confronti della ex compagna che oggi è un uomo; forse perché troppo difficile accettare di aver avuto un figlio con un uomo. Ma Andrea non è minimamente pentito della sua trasformazione: “Lo capisco ma io non ci posso fare niente. Se avessi ascoltato la gente non avrei fatto nulla e probabilmente mi sarei suicidato. Perché la depressione dovuta alla disforia di genere ti fa odiare tutto, te stesso in primis”.

Nel frattempo il Ddl Zan – dal nome del primo firmatario, il deputato Dem Alessandro Zan – è ancora fermo in Senato. Il disegno di legge – spiega Wired – si pone come obiettivo il contrasto all’omotransfobia e alla misoginia. In pratica si tratta di una legge per punire in modo specifico i reati connessi al genere o all’orientamento sessuale e all’identità di genere delle persone. Tuttavia l’apertura di Italia Viva verso alcune modifiche al testo originario, comportano che il Ddl debba ritornare alla Camera dove era stato approvato a Novembre.

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