Derubato dei suoi ricordi e costretto a morire da solo: questa la triste vicenda di un paziente Covid a Mestre.
La crudeltà, talvolta, non conosce limiti. Quanto accaduto a Mestre – Venezia – è solo l’ennesima dimostrazione di gesti vili a danno dei più deboli. All’ospedale di Mestre – riferisce Leggo – lo scorso 2 dicembre, un uomo di 88 anni, Mario Patron, è morto da solo, senza neppure il conforto dei familiari o degli affetti ed è pure stato derubato. L’anziano è spirato in solitudine poiché aveva contratto il Covid e, pertanto, neppure i parenti più stretti potevano stargli accanto. Ma – tragedia nella tragedia – ciò che ha lasciato tutti sconvolti è che qualcuno gli abbia portato via la collanina d’oro che portava al collo. Appesa alla catenina una piccola croce, simbolo della fede dell’uomo che, infatti, non se ne separava mai.
Ora – spiega Il Gazzettino – la famiglia del defunto – la moglie Paola e le due figlie Laura e Monica – ha sporto denuncia ai Carabinieri e hanno chiesto alla dirigenza del nosocomio mestrino di dotarsi di un apposito protocollo per garantire i beni dei pazienti quando questi non sono in grado di gestirli. Protocollo già messo in atto in altri ospedali a Roma, Cuneo e Brindisi. Le tre donne si sono anche rivolte al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Non chiedono un rimborso perché – hanno spiegato – gli affetti non hanno prezzo. il valore non sarebbe neppure quantificabile.
Secondo l’ospedale L’Angelo di Mestre gli oggetti di Mario Patron sarebbero andati semplicemente smarriti. Ma la moglie e le due figlie ritengono che, invece, qualche sciacallo non si sia fatto scrupolo a rubarli. La catenina con la croce, in modo particolare, deve essere stata necessariamente sfilata dal collo dell’uomo in quanto lui non se la sarebbe mai tolta. La famiglia sa per certo che fino al 27 novembre Mario aveva ancora tutti i suoi oggetti. A partire dal 28, però, le comunicazioni sono state interrotte per l’aggravarsi delle condizioni di salute dell’uomo. Mario è stato trasferito dal nosocomio l’Angelo al Policlinico e lì il personale ha spiegato che il paziente è arrivato senza nulla dei suoi averi eccetto la fede nuziale. Le figlie ribadiscono: “E’ necessario che l’ospedale si doti di un protocollo per garantire la custodia dei beni. Non vogliamo che altre famiglie debbano patire quello che abbiamo patito noi”.