Arrestato per stupro l’imprenditore 50 enne Antonio Di Fazio. Con la scusa di uno stage avrebbe abusato di una studentessa.
Non si placano le violenze sulle donne. Qualche giorno fa la terribile storia di una donna con ustioni su metà del corpo: a darle fuoco il suo compagno. La donna era anche incinta. Un imprenditore milanese, Antonio Di Fazio – 50 enne, amministratore unico della società farmaceutica Global Farma – è stato arrestato per violenza sessuale aggravata e lesioni aggravate ai danni di una studentessa di appena 21 anni. Di Fazio – riporta l’Ansa – avrebbe adescato la ragazza con la scusa di farle fare uno stage ma – da quanto emerso dalle indagini iniziali – avrebbe poi narcotizzato la giovane per stuprarla. Al termine dell’orrore avrebbe anche scattato delle foto per documentare il tutto.
Le indagini dei Carabinieri della compagnia di Porta Monforte sono partite a seguito della denuncia della studentessa universitaria. La ragazza ha raccontato di essere stata invitata ad un incontro di lavoro finalizzato ad uno stage ma di aver completamente perso i sensi dopo aver bevuto un caffè offertole proprio da Di Fazio. La 21 enne ha dichiarato anche di essersi svegliata a casa stordita e con addosso ancora gli abiti che portava la sera precedente. Dalle perquisizioni a casa del manager è emerso un quadro sconvolgente: una galleria fotografica composta di scatti di ragazze prive di sensi. La violenza sulla studentessa in questione si sarebbe consumata lo scorso 26 marzo ma le foto risultano essere state scattate a partire dall’ottobre 2020. Gli inquirenti ipotizzano che, oltre alla ragazza che ha denunciato, possano essere state narcotizzate e violentate altre quattro donne.
Inoltre a casa di Di Fazio – riporta la Repubblica – è stata rinvenuta una pistola finta, un lampeggiante e un tesserino del Ministero dell’Interno. e, ben nascoste in una nicchia a scomparsa della cucina, due confezioni di Bromazepam, un ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine dalle proprietà narcotizzanti. Il limite massimo giornaliero sarebbe di 200 mg ma dalle analisi è risultato che la vittima ne avesse nelle urine una quantità superiore ai 900 mg. Lo scopo – hanno spiegato i militari – era privare la studentessa della libertà personale, della facoltà di agire, per poterla trattenere presso la propria abitazione contro la sua volontà fino al mattino seguente per abusarne e fotografarla.
La ricostruzione dei fatti è stata fatta dai Carabinieri tramite l’analisi dei tabulati telefonici, delle immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza e dei dati gps registrati dallo smartwatch della ragazza e con accertamenti su vari telefoni e computer utilizzati dall’imprenditore. In seguito alle perquisizioni, Di Fazio ha chiesto aiuto ad amici e familiari per discolparlo e ha accusato la studentessa che lo ha denunciato e la sua famiglia di volergli estorcere del denaro.