Insulti omofobi ad un ragazzo di Torino il quale stava cercando di evitare una multa per una infrazione.
Infrangere il Codice della strada è gravissimo in quanto può causare incidenti. Insultare una persona per il suo orientamento di genere – reale o presunto – è ancor più grave. E’ quanto accaduto ad Alessio Cusumano, commerciante di Torino di 34 anni. Il ragazzo – riporta il Corriere della Sera – nei giorni scorsi ha commesso un’infrazione: è uscito dalla pista ciclabile ed è salito sul marciapiede con il monopattino. Comportamento vietato dal Codice della strada in quanto si possono investire i pedoni. Alessio, infatti, è stato fermato da due vigili che gli hanno chiesto i documenti e hanno steso il verbale, con il fine di fargli una multa.
Il 34 enne, però, non se ne è stato e ha tentato di spiegare ai due agenti che in quel tratto – nei pressi del Parco Dora del capoluogo piemontese – è inevitabile uscire dalla ciclabile e salire sul marciapiede poiché la strada è, praticamente, disastrata e lui più volte ha rischiato di rompersi il collo. Una volta – ha puntualizzato – è anche caduto. Spiegazione che non deve essere interessata molto ai due vigili: uno dei due – stando alla versione di Alessio – lo avrebbe appellato con il dispregiativo “sfigato“. Per quanto grave la situazione, fino a qui, potrebbe, tutto sommato, restare dentro i parametri della civiltà.
Tutto è degenerato quando, vedendo numerose altre biciclette passare sul marciapiede, il 34 enne, provocatoriamente chiede perché non vengano fermati anche quei ciclisti. Al ché uno dei due agenti, coperto per tutto il tempo da un passamontagna, dice al ragazzo di “finirla con queste scene da ricchione“. Alessio, fuori di sé, ribatte: “Sfigato e ricchione ci sarai tu“. Lo scontro verbale si è concluso con una denuncia per aggressione a pubblico ufficiale e anche per interruzione di pubblico servizio e per violenza forse perché Alessio, nel corso della discussione con i due vigili, aveva fermato un ciclista.
Il comandante dei vigili, Emiliano Bezzon, ha reso noto che Alessio è già stato contattato e la prossima settimana verrà ricevuto per chiarire ogni aspetto della vicenda. Lo scorso hanno, intervenendo sempre in una questione che aveva come protagonisti dei vigili – riferisce la Repubblica – la Cassazione aveva stabilito che non si può appellare come “gay” una persona con l’intento di ingiuriarla. Anche nel caso in cui il soggetto sia effettivamente di orientamento omosessuale.