Spunta un nuovo testimone sull’omicidio di Voghera. L’uomo smentisce la versione dell’assessore Massimo Adriatici. Ma meno di una settimana fa la sua versione era un’altra.
Sabato 24 luglio, a Voghera, si è svolta la manifestazione di protesta a seguito della morte del 39enne marocchino Youns El Bossettaoui. A condurre il corte – a cui ha preso parte la comunità marocchina e alcuni gruppi politicamente connotati – la sorella della vittima, Bahija, venuta appositamente dalla Francia. Per l’assessore Massimo Adriatici – accusato di eccesso di legittima difesa – sono stati confermati gli arresti domiciliari. Adriatici ha sostenuto di essersi difeso, di essere stato aggredito per primo da Youns che spintonandolo lo ha fatto cadere e, nella caduta, è partito accidentalmente un colpo dalla pistola che teneva in tasca.
Ma ora – riporta la Repubblica – un nuovo testimone rimette tutto in discussione e smentisce la versione dell’assessore in quota Lega. “Youns lo ha spinto e l’italiano è caduto in terra, sulla schiena. A quel punto, mentre era sdraiato, ha estratto la pistola e gli ha sparato un colpo a sangue freddo. Non ha sparato per sbaglio. L’italiano ha preso la pistola, l’ha puntata verso Youns e ha sparato il colpo che lo ha ucciso” – questo il racconto di un cittadino marocchino che sarebbe stato presente in piazza Meardi a Voghera al momento della tragedia. L’uomo è stato rintracciato dai legali della famiglia della vittima e ha spiegato di aver visto tutta la scena a sei-sette metri di distanza.
Tuttavia – riporta il Corriere della Sera – l’uomo, subito dopo la morte del 39enne, si era presentato dai Carabinieri fornendo una versione un po’ diversa da quella attuale. Il testimone aveva descritto Youns come un individuo, a suo dire, malato e che importunava spesso gli altri. Aveva spiegato che anche lui era stato provocato e minacciato dalla vittima proprio quella sera mentre si trovava al bar Ligure di piazza Meardi. Non solo: il medesimo testimone aveva asserito di essere sicuro che Adriatici non avesse la pistola in mano mentre è caduto e che Youns lo avesse colpito in pieno volto con un pugno mentre era al telefono. Queste le sua parole nel primo racconto ai Carabinieri subito dopo la morte di Youns: “Lo avevo visto diverse volte in giro, iniziava a fare casino nel bar e si avvicinava con fare provocatorio… Mi aveva minacciato di colpirmi con una bottiglia di birra mimando il gesto di tirarmela in faccia. Era una persona malata di testa, cercava sempre di litigare“. E ancora: “Youns dava uno schiaffo/pugno in faccia all’uomo che era al telefono. Una volta colpito l’uomo cadeva a terra… sono sicuro che non aveva in mano la pistola quando ha avuto la discussione con Youns“. Nel giro di qualche giorno, inspiegabilmente, la versione è un po’ cambiata.