Carlotta Mattiello, madre del cantante Cranio Randagio è stata derubata del portafoglio a Roma, ora chiede al ladro di restituirle almeno la foto del figlio che non c’è più
Era a cena fuori con una sua amica a Roma Carlotta Mattiello, mamma del noto rapper Cranio Randagio – alias Vittorio Bos Andrei – morto nel 2016 a soli 22 anni, quando ha sentito qualcuno avvicinarsi alla sua sedia e correre via in monopattino qualche istante dopo. La donna racconta di aver provato a fermarlo ma di non esserci riuscita per un soffio; ora la donna chiede ai suoi amici di Facebook e a chiunque legga il messaggio un aiuto per ritrovare il portafoglio, non per i soldi o per i documenti, ma per la foto del figlio, “se qualcuno per caso lo trovasse, anche solo per la foto di Vittorio“. La donna stava chiacchierando con una vecchia amica in un locale di Trastevere a Roma quando ha visto un uomo arrivare a bordo di un monopattino elettrico e avvicinarsi al suo tavolo, per poi andare via molto velocemente un attimo dopo. Pochi secondi sono bastati al ladro per sottrarre il portafoglio alla donna e lasciarle la borsetta vuota. Ora la speranza per la donna, che ha già sporto denuncia presso la stazione dei Carabinieri di Trastevere, è che qualcuno riesca a trovare il portafoglio in qualche angolo dei strada e che lo riporti alle autorità così da riavere le foto del figlio Vittorio. Cranio Randagio, rapper emergente della scena romana aveva 22 anni quando è morto durante una festa tra amici, per un mix di droghe e alcol. Il rapper, diventato famoso dopo la sua partecipazione al programma X-Factor, è venuto a mancare il 12 novembre del 2016 dopo una festa in un appartamento in via Anneo Lucano nel quartiere della Balduina a Roma. Come si legge su FanPage, l’ambulanza è stata chiamata alle 15:05 di quel sabato dagli amici di Vittorio, amici che però la madre non conosceva e ai quali, da quanto racconta lei stessa, il figlio si era avvicinato da poco per un progetto musicale. Per la morte di Cranio Randagio sono state rinviate a giudizio tre persone: il pusher che presumibilmente avrebbe procurato il crack, accusato di spaccio e della morte del cantante in conseguenza al primo reato, e altri due suoi amici accusati di favoreggiamento. Ad oggi non sono del tutto chiare le dinamiche dell’accaduto, e nonostante il pm abbia escluso l’ipotesi di omissione di soccorso da parte degli amici invitati alla festa, è chiaro quanto serate come questa possano essere pericolose per i giovani, se non letali, come nel caso di Francesca morta per overdose nella vasca da bagno durante una festa in casa.