E’ trascorso quasi un mese dalla drammatica scomparsa di Raffaella Carrà e solo oggi è spuntato un retroscena sul suo ultimo scatto
Tra le tante proprietà e le tante passioni, Raffaella Carrà non ha mai rinunciato alla palestra. La conduttrice, infatti, ne aveva una di sua proprietà a Porto Santo Stefano (Grosseto). Oltre 160 mq dove era solita allenarsi e trascorrere molte ore. Amante della Toscana, la regina del verità amava rifugiarsi in quei posti, per respirare l’aria pulita e soprattutto rilassarsi. Poco prima di lasciare questo mondo, Raffaella si è scoperto che hai incontrato il suo notaio e proprio con quest’ultimo ha deciso a chi donare i suoi beni, tra cui la palestra.
Raffaella Carrà e la donazione della palestra
Raffaella Carrà, non avendo figli, ha lasciato la sua eredità ai nipoti. Per quanto riguarda la palestra, invece ha deciso di donarla alla Confraternita della Misericordia. Un gesto nobile e di grande bontà, come del resto il suo animo.
“Ci incontrammo dal suo notaio a Roma e in quell’occasione la sua presenza si caratterizzò dall’accoglienza, dalla disponibilità e dalla dolcezza”, ha ricordato il governatore Roberto Cerulli, sottolineando quanto fosse strana l’artista quel giorno. A distanza di quasi un mese dal suo addio solo oggi è uscito fuori un clamoroso retroscena di quell’istante, testimoniato anche da uno scatto.
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L’ultima foto pubblica prima della morte
La conduttrice e ballerina come in molti ricorderanno si è sempre contraddistinta per la sua dinamicità e voglia di scherzare. Quel giorno in cui si è presentata dal notaio, sembra sia rimasta con gli occhiali scuri e la mascherina ben messa, come se volesse nascondere qualcosa.
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Ad oggi, forse, dopo quanto successo, molto probabilmente quella sensazione che ha avuto Cerulli non era del tutto sbagliata. Infatti, sul uso account Facebook ecc o cosa ha scritto: “alla luce di questa tragedia, penso volesse tenere per sé il brutto segreto e non mostrarlo a nessuno. Le donammo un quadro con uno scorcio di Porto Santo Stefano, scatto del nostro volontario Marco Solari che dall’alto del suo drone metteva insieme la nostra sede, il lungomare e la piazza”, ha concluso.