Luciana Littizzetto racconta come è nata la sua scelta di diventare madre. E deve ringraziare soprattutto Maria De Filippi.
Luciana Littizzetto ha aperto il suo cuore e lo fa attraverso il suo libro “Io mi fido di te. Storia dei miei figli nati dal cuore” (Edito da Mondadori).
La comica racconta come è diventata madre dei suoi due figli, Jordan e Vanessa, accogliendoli nella sua famiglia, quando frequentavano rispettivamente la quarta elementare e la seconda media.
Luciana Littizzetto nel libro ha spiegato come ha scelto di diventare madre affidataria e deve ringraziare soprattutto una persona, la conduttrice di Mediaset, Maria De Filippi.
Nel libro si può leggere che “La scintilla è scoccata grazie a Maria. Ero a casa sua a prendere un caffè e mi confidò che aveva iniziato questa esperienza“.
Infatti, la presentatrice ed il marito Maurizio Costanzo hanno adottato Gabriele, quando aveva solo 10 anni.
Luciana Littizzetto: “La scintilla è scoccata grazie a Maria”
Dopo aver parlato con lei, la Littizzetto ha deciso di intraprendere la stessa strada, affidandosi alla comunità della campagna di Pavia.
In quel luogo ha incontrato i due ragazzi, che lei ha definito “due topini. Lei con le trecce, lui pieno di graffi in faccia, fatti dalla sorella“.
Quella che ha avuto più difficoltà tra i due bambini è stata proprio Vanessa, che ha avuto difficoltà a lasciare un ambiente conosciuto, per entrare in una nuova famiglia. Jordan, invece, come si può leggere nel libro, non vedeva l’ora di lasciare la comunità, in cui si trovavano.
Quei momenti, orami sembrano molto lontani. Infatti, ora i tre sono molto affiatati: Jordan lavora nelle produzioni cinematografiche, mentre Vanessa è attiva nel campo della comunicazione.
Luciana Littizzetto rivela anche come la chiamano. Jordan e Vanessa non la chiamano “mamma”, ma bensì la chiamano solo “Lù”. Il motivo di questa scelta lo spiega proprio la comica che affianca Fabio Fazio, nel programma “Che Tempo che Fa” in onda sulla Rai.
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Ecco le sue parole “Per loro mamma è stata un’altra donna, un ricordo pieno di tormento. Me l’hanno spiegata così: ‘Questa parola mamma, per te così bella, per noi è una ferita, noi l’abbiamo sprecata’”.