La moglie di Walter ha scritto una lunga lettera che arriverà a Mattarella tramite i canali ufficiali per chiedere la sua liberazione.
La storia di Walter Onichini, il macellaio che sparò ad un ladro che si era introdotto nella sua proprietà mentre questo stava scappando, è ormai divenuta famosa anche grazie al dibattito sulla legittima difesa che da questo caso si è scatenato soprattutto nel mondo della politica. L’uomo – come si legge su Il Giornale – è in carcere dal 12 settembre con l’accusa di tentato omicidio e dovrà scontare quattro anni e 11 mesi come stabilito dalla Corte di Cassazione, ma ora la moglie del macellaio in un appello disperato ha chiesto la grazia al presidente della repubblica Mattarella “sono sola e ho problemi di salute, non posso crescere i nostri due figli da sola. La sua famiglia ha bisogno di lui“.
Sara Scolare, la moglie di Onichini ha espresso la sua richiesta attraverso una lunga lettera in cui spiega gli avvenimenti della notte del 22 luglio 2013. Nelle 10 pagine della missiva la donna racconta dei rumori che hanno svegliato lei e il marito, racconta di aver visto il gruppo di ladri professionisti entrare nel giardino della sua abitazione intorno alle 3 di notte e spiega di aver visto un uomo, ossia Elson Ndreca, provare a rubare l’automobile che era parcheggiata in giardino. A quel punto stando alla versione di Scolare, suo marito avrebbe sparato un colpo alla capotte della macchina per cercare di spaventare il ladro e farlo scappare, e avrebbe preso erroneamente il ladro sul fianco; a quel punto Onichini vedendo Ndreca riverso a terra avrebbe detto alla moglie “cosa faccio, lo porto in ospedale?” ma invece di portarlo in ospedale avrebbe poi deciso di abbandonarlo in fosso poco distante da casa “perché l’altro l’ha minacciato con un oggetto contundente con il manico rosso”.
Una versione, questa, molto diversa da quella portata avanti dai giudici di primo e secondo grado, che hanno imputato l’accusa di tentato omicidio al macellaio di Legnano in quanto l’uomo avrebbe esploso non uno ma due colpi dalla finestra della sua camera. Come si legge sul Corriere della Veneto– secondo la ricostruzione ufficiale Onichini avrebbe mirato al ladro senza colpirlo una prima volta, e non si sarebbe fermato nemmeno quando Ndreca gli ha detto “non sparare vado via”; inoltre quella notte né Walter né sua moglie Sara hanno mai chiamato i soccorsi o i Carabinieri, i quali sono giunti sul posto grazie ad una chiamata dei vicini. Per questo motivo la Corte d’Appello ha rifiutato la classificazione del reato come ‘legittima difesa putativa‘ e la Corte di Cassazione ha confermato l’accusa di tentato omicidio. Anche il ladro è stato condannato a 3 anni e 8 mesi di carcere per furto ed è stato anche accusato di falsa testimonianza, ma al momento è ricercato e quindi a piede libero.
Nella lettera la moglie del macellaio scrive anche “Mio marito è in carcere non vedrà crescere i suoi figli che hanno 10 e 7 anni, e io sono terrorizzata a vivere da sola e che qualcuno torni a farci del male, per questo vi chiedo di liberarlo” e ora attende una risposta.
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