Vaccinato con 3 dosi per poter lavorare, medico muore di Covid

Tre dosi di vaccino non hanno salvato la vita del dottor Giuseppe Comodo. Il medico era scettico sul farmaco ma lo aveva accettato.

Giuseppe Comodo Facebook

E’ scomparso all’età di 68 Giuseppe Comodo, il medico del 118 di Salerno,scettico sui vaccini e a favore delle terapie domiciliari. Comodo, per poter continuare a curare i suoi pazienti aveva dovuto – obtorto collo – vaccinarsi. Aveva già ricevuto la terza dose. Ma questo non ha impedito al virus di colpirlo in modo violento e portarlo via. Il medico è deceduto all’ospedale di Scafati per conseguenze derivanti dal Covid-19.

Comodo non aveva avuto remore ad esprimere i suoi dubbi circa il vaccino anti Covid ma anche sulle politiche vaccinali del Governo e sul Green Pass, tanto da essere stato ascritto “d’ufficio” al popolo no-vax. Invece lui era vaccinato eccome. Lo aveva fatto forse soprattutto per gli altri, per i malati, per poter continuare ad assisterli facendo il suo mestiere che lui, per anni, ha sempre vissuto come una missione. Comodo si era dichiarato perplesso anche su molte posizioni della comunità scientifica italiana circa i farmaci e le cure protocollari: “Vorrei che mi dessero una sola ragione al mondo per cui pensino che possa funzionare una terza dose dello stesso vaccino che non ha avuto alcun effetto con la prima e con la seconda dose” – scriveva il medico su Facebook.

Il sanitario del 118 era un sostenitore delle cure domiciliari, non si risparmiava mai anche mettendo a repentaglio la propria stessa vita. Comodo è ricordato dai colleghi come uno strenuo difensore della necessità di fare medicina di base applicando terapie domiciliari ai positivi. Lo scorso 1 gennaio la febbre alta e il giorno 7 il ricovero in rianimazione con una Tac che ha fin da subito evidenziato una situazione molto critica e aggressiva ai polmoni. Le tre dosi di vaccino – accettate mal volentieri ma fatte per i suoi pazienti – purtroppo non lo hanno salvato. Cordoglio è espresso anche dal Comitato cure domiciliari C-19 di cui l’uomo faceva parte: “Riposa in pace tra gli angeli caro Giuseppe, che ti accoglieranno con amore per aver salvato, in modo volontario, centinaia di vite, con dedizione e professionalità”. 

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