Ravenna, ragazzi accusati di stupro assolti dal giudice. E’ stata l’amica a far saltare tutto

Due ragazzi hanno violentato e filmato una ragazza di diciott’anni a Ravenna. Il processo si è concluso con l’assoluzione.

Festa
Joe Raedle/Getty Images

Ravenna. I fatti risalgono alla notte tra il 5 e il 6 ottobre del 2017. Una ragazza di 18 anni era appena uscita da una serata alcolica, e due ragazzi conosciuti quella sera l’hanno portata a spalla in un appartamento nel centro della città. Da ciò, secondo l’accusa, i ragazzi avrebbero violentato la diciottenne, filmando l’atto con il cellulare. Secondo la difesa, invece, la diciottenne aveva avuto un rapporto consenziente con i ragazzi.

Per quanto accaduto, il pubblico ministero Angela Scorza aveva chiesto nove anni di carcere per gli imputati. I due ragazzi, rispettivamente di 26 e 27 anni al tempo dei fatti, avevano realizzato in tutto tre video. Nel dettaglio, il 26enne aveva avuto dei rapporti con la ragazza, mentre il 27enne aveva filmato. Il processo si è concluso in un modo inaspettato, con l’assoluzione dei due ragazzi, in quanto “il fatto non costituisce reato”. Questo il responso emesso da Cecilia Calandra, presidente del Tribunale collegiale, con i giudici a latere Federica Lipovscek e Cristiano Coiro.

La linea degli avvocati del 26enne ha dunque avuto la meglio. Così come quella dei legali del 27enne che aveva filmato l’atto. Per loro, non vi fu la percezione del mancato consenso. Il Tribunale sembra andare in questa direzione, avendo stabilito che il fatto non costituisce reato. Gli avvocati dei ragazzi avevano richiesto l’acquisizione di un messaggio audio nel quale la ragazza, quella mattina, avrebbe chiesto ad alcuni ragazzi presenti quella sera di fare sesso di gruppo. Ciò non è stato possibile perché quel messaggio si trovava nel cellulare del 27enne che aveva filmato tutto. Tale cellulare, infatti, non è mai stato dissequestrato ed è ora completamente inutilizzabile.

I due imputati avevano anche passato varie settimane in carcere. Il Tribunale del Riesame aveva tuttavia interpretato in modo completamente diverso i fatti di quella notte: il collegio di Bologna aveva ritenuto che non vi fosse stato un episodio di violenza sessuale. Seppure in uno stato non pienamente lucido, stando ai giudici, la ragazza “era pienamente in grado di esprimere validamente un consenso al rapporto sessuale, e lo ha fatto”. L‘amica della diciottenne, presente quella sera ha descritto la ragazza in questo modo: Quando beveva diventava molto ‘fisica’. Se a lei piaceva un ragazzo ci passava del tempo, e qualche volta si appartava con lui”.

Vi sono dunque due diverse interpretazioni giuridiche. Il pubblico ministero Scorza ha detto nella requisitoria: “Quella sera, la ragazza non era in grado di decidere se stare o non stare con il giovane”.

Il fatto che la ragazza avesse presentato denuncia solo vari giorni dopo l’episodio, era dovuto alla necessità di comprendere e ricostruire quanto accaduto quella sera, tramite le testimonianze dei presenti, in quanto lei non se lo ricordava. Per la Procura si era trattato di uno stupro di una ragazza ubriaca che non poteva reagire. Una tesi che tuttavia i giudici hanno respinto. In 90 giorni, il Tribunale motiverà la sentenza. La ragazza, che non è più a Ravenna e non ha mai partecipato al processo, si era costituita parte civile.

 

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