L’errore affisso nella bacheca dell’ospedale. Così il primario spaventava ed umiliava i medici e gli infermieri

Una giovane dottoressa scomparsa e un ospedale in cui avvenivano dinamiche poco trasparenti. La famiglia della vittima chiede chiarezza.

Sara Pedri Facebook

I nomi di chi commetteva un errore scritto pubblicamente sulla bacheca. Un clima tossico, di terrore. Questo, a quanto pare, avveniva, nell’ospedale di Trento dove lavorava Sara Pedri, la giovane ginecologa scomparsa. Secondo la famiglia la ragazza era vittima di mobbing da parte dell’ex primario del nosocomio, il dottor Tateo. Per Emanuela Pedri – sorella della ragazza – Sara sarebbe stata spinta a togliersi la vita nel lago di Santa Giustina, vicino a dove è stata ritrovata la macchina. “Siamo convinti  che Sara abbia compiuto un gesto estremo perché abbiamo visto come si era ridotta. Mia sorella era vittima di mobbing e si era ammalata. Parlava con un filo di voce, non dormiva, non mangiava. Voleva liberarsi da un malessere” – ha raccontato la sorella.

Poco prima di suicidarsi la giovane ginecologa aveva detto di sentirsi terrorizzata da Tateo e dalle sua vice, la dottoressa Mereu. Sensazioni che erano molto comuni anche alle colleghe e alle infermiere dello stesso reparto. “Il clima che aleggia nel reparto è la caccia al colpevole, che sia un caso problematico in sala parto, un parto difficile, qualsiasi tipo di problema, sembra che la priorità sia quella di trovare un colpevole” – ha raccontato uno dei tanti sanitari interpellati dalla Procura di Trento. A dimostrazione del clima che i dipendenti vivevano in quell’ospedale, anche le numerose richieste di aiuto pervenute alla consigliera che gestisce e aiuta a risolvere i casi di mobbing. Nelle carte depositate in Procura si legge addirittura di un episodio in cui il nome di chi aveva commesso un errore – senza alcuna conseguenza per il paziente – era stato affisso nella bacheca  dell’ospedale, in modo da essere visibile a tutti. Moltissime testimonianze raccolte dalla Procura parlano di riunioni nelle quali il primario prendeva di mira qualche collega svilendolo davanti al resto del gruppo. Una situazione che pare andasse avanti da anni, da molto prima dell’arrivo in reparto di Sara Pedri, la cui scomparsa però ha fatto emergere tutto e  portato all’allontanamento del primario. Forse se qualcuno fosse intervenuto prima, oggi Sara sarebbe ancora con i suoi affetti. l mobbing purtroppo non conosce età: qualche giorno fa a togliersi la vita è stato un bambino di 12 anni. Il piccolo era stato preso di mira da un compagno di classe ma nessuno era riuscito ad intervenire in modo efficace per porre fine alla situazione di disagio.

 

 

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