Non prendere nettamente le distanze da Putin sta costando molto caro al maestro Valery Gergiev. I suoi concerti stanno scomparendo dai palinsesti dei teatri.
La cultura, l’arte, lo sport non hanno colore politico. O almeno: non dovrebbero mai averlo. Sono tutti elementi che dovrebbero unire le persone e non dividerle. Ma la guerra tra Russia e Ucraina sta facendo saltare ogni pilastro e ogni convinzione. Oltre alla terribile strage di civili si sta creando un clima di odio diffuso verso chi, certamente non per colpa sua, è nato in Russia. E così succede che l’Università di Milano Bicocca ha cancellato un corso su Dostoevskij salvo poi ripristinarlo purché venga affiancato da un corso su autori ucraini. Alla fine il corso non si farà. E sempre a Milano il sindaco Beppe Sala ha reso il noto teatro della Scala – uno dei più importanti teatri dell’opera d’Italia – off limits per il maestro Valery Gergiev cancellando il concerto che avrebbe dovuto dirigere sabato 5 marzo nel capoluogo lombardo.
La colpa del musicista sarebbe quella di non aver voluto condannare pubblicamente Putin. Milano ha solo aperto la strada ad una serie di cancellazioni. Gergiev si è visto eliminare anche dal palinsesto del Macerata Opera Festival, nelle Marche. L’evento era previsto per il 20 agosto allo Sferisterio. Il maestro russo doveva dirigere nell’occasione la Mariinski Orchestra, per il concerto conclusivo della stagione estiva del festival 2022. La decisione è stata comunicata oggi dal direttore artistico del MOF, Paolo Pinamonti, nel corso della presentazione del programma delle opere liriche e degli eventi musicali. “In considerazione della drammatica situazione attuale, con l’aggressione della Russia e la sofferenza della popolazione ucraina, il concerto doveva essere annullato. Valery Gergiev, tra i più noti e importanti direttori d’orchestra a livello internazionale, non ha preso le distanze dal presidente russo Putin” – le parole di Pinamonti.