Niente ergastolo per il 26enne che ha ucciso il figlio di due anni perché stava piangendo. Per i giudici non è stato omicidio.
Era la notte tra il 21 e 22 maggio del 2019 quando in via Ricciarelli, nel quartiere San Siro di Milano, il 26enne di origine croata Alija Hrustic uccise il figlio di due anni Mehmed. Quando i sanitari del 118 arrivarono sul luogo della tragedia, trovarono il piccolo senza vita. Su tutto il corpo del bambino erano presenti lividi evidenti, segni di violenza. A chiamare i soccorsi era stato proprio il padre del bambino che, però, nel frattempo era fuggito a Lorenteggio – quartiere prossimo a San Siro – assieme alle altre due figlie. Fu rintracciato e messo in manette poche ore dopo dalle Forze dell’Ordine. In un primo momento, il 26enne, davanti agli agenti e al pm aveva confessato di essere stato lui ad uccidere il bambino. Aveva dichiarato di averlo fatto perché il piccolo continuava a piangere e lui non riusciva a dormire.
In primo grado l’uomo era stato condannato all’ergastolo ed era stata riconosciuta anche l’accusa di tortura. Ma la Corte d’Appello di Milano hanno deciso di annullare la precedente sentenza annullando, di conseguenza, la condanna all’ergastolo per Hrustic. I giudici d’appello hanno, infatti, riqualificato il reato di omicidio volontario in maltrattamenti pluriaggravati anche dalla morte della vittima, condannando il papà a 28 anni. Per la Corte d’appello di Milano, in pratica, non fu omicidio anche se il bambino è morto. Ma non è tutto: il 26enne è stato assolto anche dalle accuse di maltrattamenti nei confronti della moglie in quanto secondo i giudici il fatto non sussiste. Non è certo la prima volta che un uomo – o anche una donna talvolta – si accanisce contro i propri figli. Qualche settimana fa un ragazzo di 27 anni, per fare contenta la sua nuova fidanzata, ha letteralmente lanciato dal balcone i due figli di 1 e 2 anni. I piccoli, ovviamente, sono morti sul colpo. L’uomo si è poi detto pentito, ha spiegato di averlo fatto perché la sua compagna era molto gelosa dei due bambini avuti dal precedente matrimonio e che, per questo, la coppia stava per lasciarsi.