Una vita stroncata troppo presto quella di Bruno Campagnolo. Ancora da chiarire cosa abbia provocato il decesso.
Una morte senza ragioni apparenti. Un uomo di 43 anni trovato incosciente nel letto nella mattinata di martedì 22 marzo.
La vittima si chiamava Bruno Campagnolo e lavorava come operatore socio sanitario all’ospedale di Cittadella. Viveva a Galliera Veneta, in provincia di Padova. A trovarlo moribondo i familiari che hanno allertato immediatamente i soccorsi. Sono stati i suoi stessi colleghi a tentare di rianimarlo ma tutto è stato inutile. Non sono ben chiare le cause del decesso. Si sospetta che il 43enne sia stato colpito da un arresto cardiaco nel cuore della notte. Tutti ricordano Bruno con affetto: un gran lavoratore che viveva la sua professione come una vera e propria missione, specialmente durante questi due anni di pandemia di Covid.
L’uomo per due anni, insieme ai suoi colleghi, si era trovato ad afrontare – inizialmente a mani nude – un virus sconosciuto. Oltre ai genitori pensionati, Bruno campagnolo lascia una sorella minore e la fidanzata. Tutto l’ospedale di Cittadella e tutti coloro che lo conoscevano sono rimasti sconvolti e amareggiati dalla sua scomparsa del tutto inaspettata. Purtroppo non è il primo caso in cui una giovane vita si spegna all’improvviso senza spiegazioni. Bruno era sano come sano era il ragazzino di 15 anni di Monza, anch’egli trovato morto nel suo letto dai genitori. La tragedia si è consumata qualche mese fa. La madre e il padre pensavano stesse dormendo ma nel momento in cui hanno tentato di svegliarlo, la tragica scoperta. Sul suo corpo nessun segno di violenza. Anche in questo caso le indagini dei Carabinieri si indirizzarono verso l’ipotesi dell’attacco cardiaco nonostante la giovanissima età. Si escluse il suicidio anche perché, solitamente, in questi casi si lascia un biglietto mentre lui non aveva scritto nemmeno una riga per dire addio ai genitori. L’adolescente frequentava ancora il Liceo, avrebbe compiuto 16 anni a breve.