Un tempo in gran parte del mondo l’aborto era un reato. Oggi, di contro, in alcuni Paesi il reato è ostacolare una donna nel suo intento di interrompere una gravidanza.
La Spagna apre una strada nuova sul fronte dell’interruzione di gravidanza: cercare di ostacolare una donna che vuole abortire è diventato un reato.
Lo ha stabilito il Senato spagnolo mercoledì 6 aprile approvando una modifica del Codice penale. Nell’occhio del mirino soprattutto gli attivisti anti-aborto che, spesso, si trovano proprio fuori dalle cliniche per dissuadere le donne dal loro proposito. La nuova legge è stata fortemente spinta e voluta dal Partito Socialista del premier Pedro Sánchez. Non appena la legge entrerà in vigore chiunque cerchi di ostacolare un aborto rivolgendosi a una donna con atti molesti, offensivi, intimidatori o coercitivi che ledano la sua libertà, saranno puniti con la reclusione da un minimo di tre mesi fino a un anno oppure saranno obbligati a svolgere lavori di pubblica utilità.
In Spagna l’aborto è stato depenalizzato piuttosto tardi: nel 1985. E comunque è diventato legale solo in caso di malformazione del feto, gravi rischi per la vita o la salute della madre oppure in caso di violenza sessuale. Solamente nel 2010 l’interruzione di gravidanza senza giustificazione medica è stata legalizzata fino alla quattordicesima settimana di gestazione. Nonostante ciò, in Spagna, le donne continuano a incontrare ostacoli perché la maggior parte dei medici fanno obiezione di coscienza e rifiutano di eseguire la procedura. Inoltre, davanti ad alcune cliniche note per praticare interruzioni di gravidanza, gli attivisti anti-aborto spesso si riuniscono per cercare di convincere le donne a cambiare idea e tenere il bambino che portano in grembo. Secondo un rapporto del 2018 dell’Associazione spagnola che riunisce tutte le cliniche accreditate per l’interruzione di gravidanza, l’89% delle donne che hanno abortito in Spagna si sono sentite molestate e nel 66% dei casi, addirittura minacciate. Nelle ultime settimane la Spagna è stata al centro di numerose proteste contro l’aborto. A Madrid nel mese di marzo migliaia di persone sono scese in strada per manifestare contro il diritto a interrompere la gravidanza. Anche mercoledì 6 aprile, il giorno dell’approvazione della legge, in Senato, un gruppo di attivisti si è riunito lì davanti per protestare con cartelloni e feti di plastica.