Imprenditore vuole assumere ma non trova personale: “Non vogliono perdere il Reddito di Cittadinanza”

L’Italia sembra immersa in un enorme paradosso: da un lato c’è chi lamenta di non trovare lavoro; dall’altro chi vorrebbe assumere ma non trova personale.

Ad aprire il vaso di pandore, qualche giorno fa, è stato lo chef romano Alessandro Borghese. Borghese – che ha iniziato a lavorare in cucina da giovanissimo sulle navi da crociera – lamentava il fatto di non trovare personale perché le nuove generazioni, a suo dire, hanno poca dedizione e poco spirito di sacrificio. Pretendono fin da subito stipendi elevati e vogliono avere i weekend liberi

ANSA/JESSICA PASQUALON/ARCHIVIO

Allo chef capitolino ha subito fatto eco l’imprenditore Flavio Briatore il quale ha addirittura dichiarato che oggi la massima aspirazione dei ragazzi è quella di riuscire ad ottenere il Reddito di Cittadinanza. Eppure Borghese e Briatore non sono gli unici a trovarsi in questa situazione di voler assumere ma non trovare personale: in tutta Italia ci sono imprenditori del mondo della ristorazione costretti a disdire prenotazioni perché mancano camerieri in sala e cuochi in cucina.  Federico Vestri, presidente dei ristoratori dell’associazione commercianti di Arezzo, ha raccontato in un’intervista rilasciata ad ArezzoNotizie:  “Personalmente ho bisogno di quattro, cinque, addetti tra sala e cucina. Sono mesi che lavoriamo con meno personale di quanto ne avremmo bisogno. Addirittura conosco colleghi che hanno rinunciato a prenotazioni perché in difficoltà con l’organizzazione del servizio“.

Vestri – esattamente come Borghese e Briatore – ha riscontrato la poca disponibilità a lavorare nelle fasce serali e nel weekend. Mentre altri chiedono di essere pagati in nero per non perdere i sussidi statali come disoccupazione o Reddito di Cittadinanza. Un problema quest’ultimo sottolineato anche da Matteo Musacci, presidente Fipe Emilia Romagna: “Ci sono lavoratori che percepiscono redditi speciali, poco importa che si tratti di disoccupazione o reddito di cittadinanza, e non vogliono perdere la sicurezza di questi contributi andando a lavorare in un settore che durante la pandemia non ha potuto offrire prospettive. Alcuni magari sarebbero anche disposti a lavorare, ma pretendono di lavorare in nero per poter percepire entrambe le retribuzioni, cosa ovviamente illegale”.  Il lockdown, con tutte le penalizzazioni verso ristoranti, bar e alberghi, ha reso questo settore molto meno appetibile per chi cerca lavoro. E ora che le attività possono riaprire rischiano di dover chiudere per mancanza di personale. Tuttavia – secondo l’ultimo bollettino del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere – Anpal – la ristorazione non è  il settore che incontra più difficoltà nel reperire personale. Si rivela molto più difficile trovare un operaio specializzato, un tecnico informatico, un artigiano nel settore delle costruzioni o un saldatore.

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