Non un incidente e neppure un gioco finito in tragedia. La piccola Fatima, una bimba di soli 3 anni, sarebbe stata uccisa da una persona crudele e deviata.
Sulla morte della piccola Fatima – la bimba di 3 anni, deceduta lo scorso gennaio dopo essere precipitata dal balcone di casa – si fa largo un’ipotesi tremenda. Inizialmente si pensava si fosse trattato di un gioco finito in tragedia. Ma la verità potrebbe essere ben più atroce.
Martedì 12 aprile sarebbe dovuto uscire dal carcere il marocchino 32enne Azhar Mohssine, compagno della mamma di Fatima. L’uomo era stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo. La sua versione dei fatti era stata che la bambina era caduta dal ballatoio del quinto piano dello stabile di via Milano a Torino, mentre stavano giocando. Secondo quanto sostenuto dal 32enne lui la stava lanciando in aria e poi non sarebbe più riuscito a riprenderla. Già così sarebbe stato gravissimo ma quanto emerso è decisamente più agghiacciante. Alla luce dei nuovi indizi raccolti dalla Procura si è trattato di omicidio volontario: “Fatima è stata uccisa con crudeltà da un patrigno dalla personalità deviata e disumana, incapace di controllare il proprio istinto criminale e percepire il valore fondamentale della vita” – queste sono state le parole del gip Agostino Pasquariello.
All’indomani della tragedia Azhar Mohssine – difeso dall’avvocato Alessandro Sena – aveva raccontato che Fatima, che viveva assieme alla mamma al quarto piano dello stesso stabile, era salita a casa sua per giocare. Proprio durante il gioco, mentre la bimba si divertiva ad essere lanciata per aria, gli era sfuggita cadendo giù dal balcone. Questa versione fino a pochi giorni fa era stata sostenuta anche dalla mamma della piccola vittima, Lucia Chilleni la quale aveva assistito alla disgrazia. Ma recentemente la donna ha cambiato completamente versione accusando il suo fidanzato. Lucia ha ammesso che quella sera lei e Mohssine stavano litigando. Ad un certo punto l’uomo, forse per ferire la compagna, avrebbe preso la bambina con forza e l’avrebbe gettata giù: “Mi ha strappato la bambina dalle mani e con forza l’ha scagliata giù dal balcone”. Secondo il giudice tre sono gli elementi che andrebbero nella direzione dell’omicidio con dolo. Il primo elemento sta nelle misure del ballatoio: in base alle misurazioni è risultato evidente che la tettoia rendeva impossibile per il 32enne giocare a lanciare in aria Fatima. In seconda battuta l’analisi della traiettoria: Fatima è caduta verticalmente il ché implica che sia stata gettata con un certo impeto. Infine la consulenza medico-legale esclude che la bambina nella caduta abbia urtato contro.
Di conseguenza, alla luce di tutto questo, Mohssine non potrà lasciare il carcere come previsto. L’avvocato della difesa, tuttavia, non si arrende e ha già annunciato il ricorso. In particolare, c’è un dettaglio che potrebbe aiutare a definire quanto accaduto: sulla tettoia del ballatoio, all’altezza della porta finestra, sono state trovate tracce biologiche. Non si sa a chi appartengano, ma se fossero di Fatima potrebbero essere compatibili con l’ipotesi del gioco finito in tragedia. Una tragedia simile si è verificata qualche mese fa in Cina. In quella circostanza a lanciare due neonati dal balcone fu lo stesso padre.