Zucchero: cosa succede al tuo corpo se smetti di mangiarlo? Ecco le possibili conseguenze (non negative) quando si abbassano i livelli.
Conosciuto col nome scientifico di saccarosio, lo zucchero è presentissimo in tantissimi alimenti e, ovviamente, specie quando decidiamo di aggiungere quello classico comprato al supermercato.
Ma cosa succede se smettiamo di mangiarlo, o meglio, se diminuiamo i livelli di saccarosio nel nostro sangue? Le conseguenze non dovrebbero per nulla essere negative.
Zucchero: cosa succede al tuo corpo se smetti di mangiarlo?
Diminuendo o addirittura eliminando i dolci dalla nostra dieta, possiamo temporaneamente provare una gran voglia di questi cibi; piano piano però, aiutandoci anche bevendo acqua, questa diminuirà e una dieta del genere ci permette di avere meno picchi di glicemia.
Stabilizzare la glicemia permette inoltre anche di migliorare l’umore, così come le nostre papille gustative avranno modo di esplorare al meglio altri sapori (non per forza zuccherati!).
Uno dei grandi benefici che una dieta equilibrata senza eccedere con gli zuccheri può portare riguarda il cuore; stando allo studio pubblicato sulla rivista scientifica JAMA Medicina Interna, gli adulti che assumono dal 17% al 21% delle loro calorie giornaliere dallo zucchero aggiunto hanno un rischio più alto di contrarre malattie cardiovascolari, rispetto invece a chi nella sua dieta limita le calorie dello zucchero solamente all’8%.
Quest’eccessivo consumo di zuccheri sarebbe legato, secondo l’articolo, all’ipertensione e all’aumento dei trigliceridi e dei livelli di colesterolo ‘cattivo’ (LDL), due fattori che potrebbero a lungo andare non contribuire per nulla alla nostra salute.
Insomma, limitare il consumo di zuccheri può avere molti vantaggi, unito sicuramente ad una costante attività fisica; con qualche piccolo cambiamento delle nostre abitudini, possiamo beneficiarne in termini di salute.
Quanto alla dieta più giusta, e anche per la gestione degli zuccheri, ricordiamo che è sempre bene e quasi obbligatorio rivolgersi ad un medico specializzato; analizzando la situazione specifica, il nutrizionista saprà dare indicazioni in base alle esigenze di ogni paziente e alla sua situazione patologica e non solo.