Aumenta la percentuale di cittadini che decidono di abbandonare il mondo del lavoro grazie alle pensioni anticipate.
Nel corso degli anni, la possibilità di accedere alle pensioni è stata prorogata al 67esimo anno di età. Parliamo di un numero particolarmente elevato che – non solo impedisce ai contribuenti di lasciare il mondo del lavoro – ma limita anche l’ingresso dei giovani in aziende e servizi già occupati da personale anziano. Di conseguenza, lo Stato ha deciso di prevedere una serie di agevolazioni riservate ad una determinata fascia di lavoratori.
In questo modo, moltissimi cittadini hanno deciso di abbandonare il mondo del lavoro grazie alle pensioni anticipate, prima dei 67 anni. Nello specifico – facendo riferimento al 2022 – le pensioni anticipate erogate sono passate da 35.301 nel 2021 a 38.436. Questo rappresenta un chiaro segno per il Governo, il quale dovrà accettare il fatto che molti cittadini italiani si rifiutano di andare pensione a settant’anni. Ma chi può accedere alla pensione anticipata? Scopriamolo insieme.
Pensione anticipata: ecco chi può accedervi
Attualmente, esistono una serie di agevolazioni previste dallo Stato – in particolare per i lavoratori di aziende private – che permettono ai contribuenti di andare in pensione prima del tempo previsto per legge. Tra questi citiamo ad esempio la Quota 102, agevolazione che ha permesso agli over 64 di andare in pensione nel 2022 con 38 anni di contributi. Oltre a quest’ultima, il Governo ha previsto una particolare pensiona anticipata per le donne: i requisiti dell’Opzione donna prevedono 58 anni di età e 35 anni di contributi versati allo Stato.
Fondamentalmente, esistono delle scappatoie al mondo del lavoro, che hanno come unica base gli anni di contributi versati allo Stato. Se facciamo riferimento alla cifra effettiva della pensione anticipata, parliamo di un valore medio che oscilla intorno ai 1242 euro. Per quanto riguarda invece il Fondo dei Lavoratori Dipendenti, la pensione prevista per la gestione dei pubblici corrisponde a 2.088 euro. Rimane tuttavia da risolvere un aspetto importante relativo al mondo del lavoro in generale: quello relativo alla parità di stipendio in relazione al genere. Ad oggi, le donne percepiscono ancora il 35% in meno rispetto ai colleghi uomini.