Mala sanità o addirittura assenza di sanità: in Sardegna – ma forse non solo lì – è emergenza medici. A farne le spese, come sempre, i cittadini più fragili.
Nelle ultime settimane, è scoppiata l’emergenza camerieri e cuochi: sempre più ristoratori e albergatori lamentano la difficoltà a reperire personale per i loro locali. Ma in Italia c’è un’altra grande emergenza di cui poco si parla: quella dei medici.
Lo ha sperimentato sulla sua pelle Dorina Serra, insegnante sarda di 67 anni. La donna si era sentita male improvvisamente, un attacco cardiaco. Recatasi alla Guardia Medica di Guasila, in provincia di Cagliari, l’ha trovata chiusa. La donna è morta in ambulanza mentre i sanitari del 118 cercavano di salvarle la vita. Dorina è spirata sotto gli occhi della figlia che l’aveva accompagnata nel presidio sanitario di Guasila. La donna – conosciuta come Dory – stando a quanto accertato dal 118, sarebbe stata stroncata da un infarto. L’insegnante lavorava a Segariu ma negli anni scorsi era stata anche Gesturi. Era prossima alla pensione: finalmente si sarebbe potuta riposare e godere dei frutti guadagnati in tanti anni di lavoro. La mancanza di un medico quel giorno ha fatto sì che le cose siano andate diversamente.
Sulla tragedia è intervenuta Paola Casula, sindaco di Guasila: “Mi dispiace molto per la scomparsa della maestra Dorina aveva scelto di vivere nel nostro paese. La sua morte ha colpito tutta comunità. Non conosco bene la dinamica dell’episodio, ma una cosa è certa: la guardia medica era chiusa. I paesi dell’interno sono penalizzati dalla mancanza di personale. E alla fine a pagare sono sempre i cittadini” – le parole del primo cittadino. Questo disservizio, purtroppo, è comune a molti paesi dell’entroterra sardo, abitati, per lo più, da persone anziane. Ad esempio gli abitanti di Seulo e Esterzili, da qualche giorno sono senza medico di base. Il sindaco Casula ha proseguito ricordando che sei anni fa il paese rischiò di perdere del tutto la Guardia Medica, un servizio essenziale. Nonostante siano riusciti a farla restare, il servizio molto spesso non è garantito. E queste sono le conseguenze: persone colpite da un malore che si sarebbe potuto curare, persone che si sarebbero potute salvare e che, di contro, vengono condannate a morire sotto gli occhi dei loro affetti.