La Cassazione ha rimesso in libertà Rosario Greco, figlio di un boss della Mafia che nel 2019 uccise per la strada i cuginetti Alessio e Simone D’Antonio.
La legge non si discute. Ma ci sono sentenze che fanno molto discutere. Soprattutto quando a perdere la vita sono stati due bambini piccoli che, semplicemente, giocavano davanti a casa.
Era l’11 luglio 2019 quando i cuginetti Alessio e Simone D’Antonio venivano travolti e uccisi davanti a casa a Vittoria – Ragusa – da un’auto guidata da Rosario Greco, figlio del boss Emanuele. La vettura procedeva a tutta velocità. A bordo insieme a Greco altri tre passeggeri, tra cui un altro figlio di boss, Angelo Ventura. I quattro scapparono lasciando i due bambini agonizzanti per la strada. Nessuna condanna potrebbe mai essere ritenuta eccessiva per aver distrutto, in un lampo, la vita di due bimbi e delle loro famiglie. Eppure la Cassazione ha deciso di annullare con rinvio la sentenza d’appello di condanna a nove anni di reclusione per Rosario Greco. Il processo è da rifare, ma intanto Greco è stato posto ai domiciliari dalla Corte d’appello, uscendo così dal carcere.
I genitori, scandalizzati e doppiamente distrutti – dalla perdita dei figli e da questo schiaffo da parte dei giudici – hanno così commentato: “Siamo distrutti, ma che giustizia è questa? E’ uno schifo. Si chiama ingiustizia, non giustizia. A meno di un mese dai tre anni dalla morte di Alessio e Simone, chi li ha investiti quella notte riducendoli a poltiglia, è fuori dal carcere. Solo noi, noi genitori, abbiamo l’ergastolo”. Le famiglie di Alessio e Simone, fino all’ultimo, avevano confidato che fosse fatta giustizia . Che l’assassino dei loro bambini pagasse il suo debito con la legge. Ma dopo la decisione della Cassazione resta in loro solo tanto sconforto e tanta amarezza: “E’ incredibile. Siamo senza parole. Ci siamo affidati alla giustizia, non possiamo pensare che a meno di tre anni dalla strage che ci tolse i nostri figli, oggi questo delinquente sia fuori dalla galera. Non ci possiamo pensare. E’ questa la giustizia che lo Stato italiano riconosce a noi genitori? Tre anni di carcere per aver trucidato due bambini? Chiediamo una mobilitazione civile, chiediamo ai giudici di non negarci quella giustizia in cui credevamo perché altrimenti, solo la nostra condanna sarà a vita”.Sono stati disposti i domiciliari anche per il poliziotto di Treviso che ha travolto e ucciso un ragazzino di 17 anni. Eppure l’alcool test aveva evidenziato che l’agente, in quel momento, avesse nel sangue un tasso alcolico tre volte superiore a quello consentito. Ma la legge non si discute.