In una sola notte, tre giovanissimi hanno perso la vita in provincia di Vercelli. Tre famiglie distrutte dal dolore.
Doveva essere una serata come tante, passata in compagnia di amici. Ma per Raffaele Petrillo e Alessandro Messina – entrambi di 16 anni – Carmine Marotta di 22 anni e Stefano Tiani di 21 anni, è finita in tragedia.
Quest’ultimo è l’unico ad essere sopravvissuto, sebbene ricoverato in gravi condizioni. Gli altri tre ragazzi non ce l’hanno fatta: sono deceduti. I quattro giovani viaggiavano tutti a bordo di una Lancia Y guidata da Tiani. Poco dopo le 5 del mattino, sulla provinciale 230, nelle vicinanze dell’abitato di Busonengo, frazione di Villarboit si sono scontrati frontalmente con una Bmw guidata da un 29enne. Dopo l’impatto violentissimo, entrambe le auto sono finite fuori strada. È stato necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco della sede centrale e del distaccamento di Santhià per estrarre le persone dalle lamiere.
Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, il ragazzo di 29 anni alla guida della Bmw stava facendo inversione a U in un tratto vietato. Il giovane, al momento, si trova ricoverato in codice giallo presso il nosocomio di Vercelli. Sulla dinamica sono in corso gli accertamenti dei carabinieri. Stanno operando I militari di Vercelli, Arborio, Santhià e Casanova Elvo. Sul posto anche la polizia stradale in supporto per la gestione del traffico. Purtroppo si tratta solo dell’ennesima strage che va in scena sulle strade del nostro Paese dove ogni giorno – e, soprattutto, ogni notte – decine e decine di giovani e meno giovani perdono la vita. Di recente ha lasciato tutti esterefatti il ritorno in libertà di Rosario Greco, il figlio di un boss della mafia che nel 2019 – a Vittoria, in provincia di Ragusa – con la sua auto, travolse e uccise i due cuginetti Simone e Alessio D’Antonio. I dua bambini stavano giocando davanti a casa in quel momento. Greco – con a bordo altre tre persone – arrivò a tutta velocità e investì i bambini. Non ebbe nemmeno lo scrupolo di fermarsi ma li lasciò agonizzanti in strada. I giudici della Corte di Cassazione, tuttavia, annullando una precedente sentenza, hanno disposto per l’uomo gli arresti domiciliari.