Stipendio: aumento di 150 euro per questi lavoratori

Un aumento improvviso previsto per una determinata categoria di lavoratori: la notizia è ufficiale, vediamo insieme i dettagli.

Il valore effettivo degli stipendi in Italia ha sempre rappresentato un tema particolarmente discusso. Lo Stato si è sempre impegnato per poter garantire ai cittadini un’occupazione che permettesse loro un’effettiva indipendenza economica. Tuttavia, ad oggi sono davvero pochi i lavoratori che possono affermare di possedere un assegno mensile dignitoso che consenta di seguire un tenore di vita adeguato. Insomma, la strada per il benessere collettivo è ancora lunga.

Lavoro (Pexels)
Lavoro (Pexels)

Nonostante questo, arrivano ottime notizie per una determinata fascia di lavoratori. Lo Stato ha approvato un aumento dello stipendio di 150 euro circa. Si tratta di una notizia molto importante, la quale rappresenta un passo in più in relazione al sostegno di questo particolare gruppo di cittadini. Stiamo parlando dei membri di cooperative sanitarie. Approfondiamo insieme l’argomento nel prossimo paragrafo.

Aumento di stipendio per le cooperative: vediamo insieme tutti i dettagli

In occasione della scadenza del contratto collettivo nazionale (CCN), diverse sigle sindacali si sono impegnate per l’approvazione di un aumento di stipendio per i lavoratori pubblici del comparto sanitario. La revisione del contratto è stata poi approvata definitivamente il 10 giugno e prevede un aumento di stipendio di 190 euro per 554 mila lavoratori. Di questi 190 euro, l’80% (parliamo quindi di 150 euro) verrà consegnato fin dal mese di agosto; mentre i restanti verranno confermati dal mese di ottobre 2022. Inoltre, il nuovo CCN ha previsto delle modifiche anche dal punto di vista pratico oltre che finanziario.

Infermieri (Pexels)
Infermieri (Pexels)

Prima di tutto, è stato regolamentato il lavoro in smart working: il tempo massimo è di 10 giorni, occasione in cui il lavoratore è liberissimo di disconnettersi con stipendio invariato a fine mese. Inoltre, le ore di formazione professionale non saranno più 50, bensì 60 – questo per favorire una migliore prestazione lavorativa una volta completato il ciclo di studi. Insomma, parliamo di un vero e proprio investimento nel campo sanitario: la pandemia ha portato alla luce le carenze dei vari sistemi e per questo motivo, negli ultimi anni, sindacati e Governo si sono impegnati per investire nella formazione di infermieri, medici, chirurghi e personale sanitario in generale.

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