Non è assolutamente vietato consumare un calice di vino a pasto, tuttavia – fate attenzione a non rovesciarlo sulla tovaglia.
Il vino rovesciato sulla tovaglia, lascerà inevitabilmente una macchia difficile da rimuovere. Tuttavia, oggi non parleremo di candeggina, additivi e lavaggi di lenzuola, bensì di superstizione, rispetto del destino e sventura.
Nel prossimo paragrafo analizzeremo insieme i comportamenti da evitare assolutamente, in modo da spingere il fato ad essere benevolo con noi. Esistono infatti alcune azioni – soprattutto a tavola – che potrebbero trasformarsi in un presagio di sventura. Vediamo insieme tutti i dettagli.
Sei superstizioso? Non macchiare la tovaglia di vino
Come abbiamo anticipato, oggi faremo un salto indietro nel tempo, in modo da analizzare la nostra cultura e soprattutto tutti quei principi scaramantici tanto cari ai soggetti superstiziosi. Esistono alcuni gesti infatti, che non andrebbero mai compiuti, in quanto rappresentano un simbolo di sventura. Solo gli ingenui si illudono di poter sfidare il fato, i più intelligenti decidono invece di corteggiarlo.
In relazione al vino sulla tovaglia, per evitare che temibili sventure rovinino la vostra vita, occorre semplicemente intingere le dita nel vino versato e inumidirsi il collo. Questo rimedio trasformerà il gesto maldestro in un vero e proprio porta fortuna. Ma non è finita qui: esistono altri riti scaramantici, vediamone qualcuno.
Ad esempio, se in un momento conviviale qualcuno vi chiede il sale, appoggiatelo accanto a lui, non passateglielo direttamente in mano. In questo caso, facciamo riferimento alla Bibbia: si dice che Giuda, passando il sale a Gesù, lo fece cadere dalle mani – da allora quel gesto è divenuto presagio di sventura.
Altro terribile errore da non commettere a tavola: posizionare il pane capovolto. In questo caso, facciamo riferimento a due accenni storici: prima di tutto, il pane capovolto viene associato ad una vera blasfemia – in quanto associato al Corpo di Cristo; in secondo luogo, in Francia esso veniva dato ai boia in segno di disprezzo. Inoltre, incrociare le posate sul piatto tecnicamente rappresenta un gesto di maleducazione. Ma sapete perché? Anche in questo caso entra in gioco la religione: le posate incrociate ricordano proprio il crocefisso.
Arriva quindi il momento del brindisi, tutti innalzano i calici e si guardano dritti negli occhi. Da oggi, saprete da cosa nasce questa necessità di fissare la persona con la quale fate tintinnare i calici: nel Medioevo, spesso i rivali avvelenavano le bevande offerte, di conseguenza – l’usanza di guardarsi negli occhi – nasce come segno di onestà e sincerità nei confronti del guerriero o regnante.
Infine, last but not least, nell’eventualità in cui prediligiate l’utilizzo di una tovaglia bianca, ricordatevi di rimuoverla immediatamente dopo il pasto. Un telo bianco abbandonato su un tavolo, non solo ricorda il lenzuolo funebre, ma rappresenta un richiamo inevitabile per i fantasmi!