L’unica “colpa” della giovane era quella di non voler stare insieme al suo compagno di Università. Per questo lui si è vendicato.
Ogni giorno una donna – in Italia e nel resto del mondo – subisce violenze e abusi di vario tipo. Dalla violenza psicologica fino alla violenza fisica, sessuale per arrivare fino all’omicidio come accaduto qualche tempo fa alla 34enne Juana Cecilia Loaza: uccisa dal suo ex mentre stava tornando a casa. L’ultimo caso riguarda una studentessa universitaria colpevole di voler scegliere con chi stare e con chi no.
Naira Ashraf è stata accoltellata alla fermata dell’autobus, in Egitto. Il suo assassino è il 21enne Mohamed Adel, compagno di Università della vittima. Da quanto emerso il giovane avrebbe ucciso la ragazza dopo essere stato rifiutato. I giudici non hanno avuto alcuna clemenza e l’hanno condannato a morte. Non solo: hanno chiesto che la sua esecuzione venga trasmessa in diretta televisiva affinché sia un monito per tutti. Secondo i giudici egiziani, infatti, trasmettere l’impiccagione del killer in tv potrebbe terrorizzare e, dunque, sarebbe utile a scoraggiare le persone a commettere crimini simili.
In una nota diffusa dai media locali, i giudici hanno spiegato: “La trasmissione, anche se solo in parte, potrebbe raggiungere l’obiettivo della dissuasione, che non è stato raggiunto trasmettendo solo la sentenza stessa“. I fatti risalgono al 20 giugno scorso: la giovane Naira Ashraf è stata uccisa dal 21enne mentre scendeva da un autobus nei pressi dell’Università di Mansoura, ateneo situato nel Nord dell’Egitto e frequentato sia dall’assassino che dalla vittima. L’omicidio è stato spietato, il ragazzo ha riversato sulla sua compagna una furia e una violenza inaudite. Da quanto emerso il 21enne ha prima aggredito Naira con diversi pugni e poi l’ha infine pugnalata non lasciandole scampo. Nessuno è riuscito a fermarlo. Nel pronunciare la sentenza di condanna a morte, il giudice Bahaeldin Al Merri ha affermato: “La corte dichiara di non poter trovare la capacità di misericordia per qualcuno che non è stato misericordioso lui stesso. Forse la sua morte farà più bene agli altri come esempio“. Intanto i legali del 21enne si sono messi già a lavoro per fermare l’esecuzione capitale.