Un altro caso di mala sanità. Mancanza di posti in ospedale, ambulanze che non arrivano e pazienti che muoiono nell’attesa.
La morte fa naturalmente parte della vita. Ma morire perché non si ricevono le cure necessarie, è un’ingiustizia che nessuno dovrebbe subire, a nessuna età. Qualche giorno fa a fare le spese della mancanza di ambulanze è stato un bimbo di appena 7 anni, morto di Covid nell’attesa di essere trasportato in ospedale. Ora stessa sorte è toccata ad un signore di 90 anni di Lecce.
L’anziano non riusciva più ad alzarsi dal letto a causa di un improvviso indebolimento. Il medico di base gli aveva prescritto integratori e soluzione fisiologica da somministrarsi attraverso flebo per mantenere il giusto livello di idratazione ma aveva consigliato anche di effettuare, quanto prima, una consulenza presso il polo oncologico di Lecce dove si trova un apposito reparto per la nutrizione dei soggetti vulnerabili. L’addetto al reparto della nutrizione del nosocomio salentino, alla richiesta della figlia del 90enne, replicò che non sarebbe stato possibile intervenire dal momento che vi era la presenza di una lunga lista d’attesa.
Con il passare dei giorni le condizioni del malato sono via via peggiorate e la figlia allertò i soccorsi invocando l’intervento del 118, i quali intervennero dopo più di 45 minuti dal momento della chiamata. Nel frattempo i sintomi dell’anziano sono diventati sempre più preoccupanti: irrigidimento muscolare, scarsa deglutizione, scompenso dei parametri vitali. La figlia chiamò nuovamente i soccorsi i quali replicarono che non vi erano ambulanze disponibili a Lecce e che avrebbero avuto dei notevoli ritardi nell’intervento. Dopo circa un’ora dalla chiamata arrivarono i sanitari del 118 privi di ossigeno e si limitarono a prescrivere ad uomo semi morente l’assunzione di tachipirina e la somministrazione di un antibiotico unitamente a delle punture.
La figlia insisteva per il ricovero ospedaliero ma, per tutta risposta le fu detto che se il padre fosse stato portato in ospedale – nonostante l’età e le condizioni – sarebbe rimasto abbandonato in corsia presso il pronto soccorso. Solo qualche ora dopo, quando per l’uomo non c’era più nulla da fare, fu predisposto il ricovero: ma il 90enne è morto dopo circa dieci minuti dal momento dell’accesso in ospedale. Ora la figlia ha deciso di presentare una denuncia per chiarire eventuali responsabilità a carico dell’Asl. Non riavrà indietro il padre ma, almeno, si spera possa ottenere giustizia per il gravissimo danno subito.