In un liceo di Bologna il preside ha vietato agli alunni di tenere con sé il cellulare in classe.
La tecnologia nasce con uno scopo: semplificare la vita dell’essere umano. I cellulari, in particolare, sono nati per poter comunicare in modo rapido e veloce. Oggi, tuttavia, siamo diventati tutti più o meno schiavi dei nostri I-phone o smartphone con i quali facciamo tutto fuorché telefonare. Un preside di un liceo bolognese ha deciso di correre ai ripari.
Il cellulare, infatti da strumento di comunicazione per gli studenti del liceo Malpighi era diventato uno strumento di distrazione dei ragazzi che, troppo presi da chat e social, non seguivano più le lezioni. Da qui il divieto di tenere lo smartphone in classe: “I richiami sono inutili, è difficile, se non quasi impossibile, chiedere loro il distacco dall’uso pervasivo e distrattivo dello smartphone”- le parole del dirigente scolastico. A partire da questo anno scolastico 2022-23 dunque, gli allievi dell’istituto paritario bolognese dovranno consegnare il proprio telefono all’ingresso prima dell’inizio delle lezioni. L’apparecchio verrà poi riconsegnato all’uscita a fine lezioni.
Decisione che ha trovato il sostegno di tutti i docenti. Secondo l’istituto, infatti, il telefono non solo distrae in classe durante le lezioni e i laboratori ma anche durante l’intervallo spesso diventa un ostacolo al rapporto con gli altri ragazzi, non consentendo le giuste relazioni e interazioni sociali che si devono invece creare tra pari. Paradossalmente, quindi, uno strumento nato per mettere in comunicazione, finisce per isolare i soggetti sempre più presi dal guardare video o foto su Instagram e Tik Tok, sempre più coinvolti da interazioni virtuali tanto da dimenticare quelle reali con i compagni di classe. “Quella dal cellulare è una dipendenza che non puoi vincere con la buona volontà. Crediamo che così i ragazzi possano dedicare tutte le loro energie al lavoro che si fa in classe e sperimentare la sfida dell’altro e dell’essere comunità durante l’intervallo” – ha spiegato il preside Marco Ferrari che si è soffermato su un altro aspetto importantissimo: la scuola non è solo il luogo in cui si apprendono concetti e nozioni ma è anche il luogo in cui si impara a rapportarsi con gli altri, in cui si creano e sviluppano relazioni. Alle parole del preside Ferrari si sono aggiunte quelle della rettrice Elena Ugolini che ha dichiarato: “In questi anni di didattica a distanza abbiamo capito quanto sia importante la presenza, la relazione. Vogliamo che la scuola sia davvero un luogo dove si sperimenta, si impara, si fa ricerca e si utilizza il digitale quando serve, non perché si è creata una dipendenza da cui non ci si riesce a staccare“.