Approvato il Bonus Bebè, un’agevolazione che consente ai genitori di accedere ad un assegno particolarmente sostanzioso. Vediamo i dettagli.
Nelle ultime settimane si è molto dibattuto riguardo la condizione economica di diverse famiglie italiane; soprattutto in seguito all’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentare. Tuttavia, non si è ancora trattato un tema piuttosto importante che purtroppo si ricollega proprio alla crisi economica: stiamo parlando delle nascite.
La povertà di un Paese infatti non causa esclusivamente il crollo dell’economia, ma costringe anche diversi giovani cittadini a rinunciare alla paternità/maternità proprio per la mancanza di una reale e stabile indipendenza economica.
A questo proposito, la Regione Sardegna ha deciso di combattere lo spopolamento e soprattutto il trasferimento dei giovani e delle famiglie nelle grandi città urbane. E’ stato quindi approvato il Bonus Bebé; vediamo insieme tutti i dettagli e soprattutto i requisiti necessari per accedere a tale agevolazione.
Bonus Bebè, ecco come ottenere l’agevolazione
Il Bonus Bebè rappresenta un’agevolazione importante, approvata precisamente nella Regione Sardegna, in modo da provvedere allo spopolamento e alla diminuzione demografica nei comuni più piccoli. Il programma prevede un assegno mensile di 600 euro per il primo figlio – anche in presenza di un solo genitore oppure in seguito ad un’adozione (nell’anno 2022) – e di 400 euro per ogni figlio successivo.
Questo tuttavia a condizione che il nucleo famigliare si trasferisca come residente in uno dei 275 comuni sardi con meno di 3.000 abitanti. Spetterà al Comune prescelto il compito di erogare ogni mese la cifra destinata alla famiglia, sulla base appunto dei figli in essa inclusi.
Inoltre, il Bonus Bebè non è l’unica agevolazione approvata dalla Sardegna, in quanto nella Regione sono previsti una serie di assegni e rimborsi anche per quei cittadini la cui intenzione è quella di ristrutturare case ed immobili. L’obiettivo di tali bonus risiede in un rinnovo dei comuni più piccoli e in un incentivo al ripopolamento delle zone più isolate della Sardegna.
Sostanzialmente, ci troviamo di fronte ad un tentativo della Regione di stimolare i suoi cittadini in un “ritorno al paese” – aspetto che, con la globalizzazione e l’urbanizzazione, si sta perdendo progressivamente.