Granchio blu, è guerra per pescarlo: sta accadendo veramente, ecco cosa succede intorno a questo particolare crostaceo.
In questi ultimi anni, le coste del continente europeo hanno beneficiato della presenza del granchio blu, conosciuto anche come granchio reale blu o granchio azzurro (nome scientifico Callinectes sapidus); proveniente dal continente americano, la sua carne è davvero prelibata e richiesta ma è molto aggressivo con la fauna ittica locale.
Di recente, intorno a questa particolare specie di crostaceo si è scatenata una vera e propria “guerra”; ecco cosa succede stando alle ultime notizie riportate dai maggiori quotidiani.
Granchio blu, è guerra per pescarlo: sta accadendo veramente
Stando a quanto riporta da Il Messaggero (e varie altre testate come ad esempio La Nuova Ferrara) ci sarebbe una ricerca affannosa di questa specie di granchio, molto richiesto e che sul mercato arriva a toccare davvero cifre molto alte.
Di recente infatti, pare che i pescatori di Goro (comune dell’Emilia-Romagna sul delta del Po) abbiano segnalato dei veri e propri gruppi di “esplorazione” formati da circa 40/50 persone di nazionalità cinese, pronti a cercare (con tanto di torce) tra il porto e le insenature questa particolare specie di granchio.
“Adesso hanno iniziato a muoversi tra le nostre barche, mi hanno distrutto le reti per cercare di liberare gli avanzi di vongole e poi rubato tutti i cogoli” ha spiegato un pescatore al quotidiano locale La Nuova Ferrara (come sottolinea anche Dagospia).
“Buttano in acqua i cogoli o le reti o qualsiasi altra cosa con dentro dei resti di carne. I granchi che sono degli spazzini arrivano subito e loro li catturano“ ha continuato descrivendo lo scenario.
Oltre ai danni all’attività di pesca locali, potrebbero esserci delle controindicazioni sanitarie: “Prendono ciò che trovano. Ciò che noi vendiamo al mercato è controllato severamente dal punto di vista sanitario, ciò che portavano via loro no” spiega ancora il pescatore.
Questi granchi, segnalati anche in varie località marittime delle coste laziali, hanno cominciato a diffondersi nel Mediterraneo anche grazie all’innalzamento della temperatura delle acque; nonostante sia una minaccia per la biodiversità, la sua carne è appunto molto richiesta.