Un giovane imprenditore veneto lamenta la mancanza di manodopera. Pur offrendo 2000 euro al mese, non riesce a trovare personale.
Il Reddito di Cittadinanza è tornato ad essere un tema “caldo” dopo la vittoria di Giorgia Meloni che ha promesso di abolirlo per sostituirlo con un sussidio rivolto unicamente a chi davvero è impossibilitato a lavorare.
Ma già da tempo, da ben prima della vittoria di Meloni, erano gli imprenditori a chiedere al Governo di abolire la misura a firma grillina. A detta loro, infatti, molti giovani preferiscono percepire il Reddito di Cittadinanza piuttosto che lavorare e, di conseguenza, chi ha un’azienda o un ristorante non riesce più a reperire manodopera. L’ultimo a lamentare questo problema è l’imprenditore veneto Elia Stevanato. Stevanato, a soli 38 anni, è già titolare dell’omonima impresa di famiglia che ha sede a Salzano, Venezia. L’azienda opera in tutta Italia nel settore delle infrastrutture: ai dipendenti viene, pertanto, chiesto di essere disposti alle trasferte, con vitto e alloggio pagati ovviamente. Ed è qui che sorge il problema: i giovani – a detta di Stevanato – non vogliono fare le trasferte: “Sono due anni che fatichiamo a trovare nuovi operai in Veneto. Il problema sono le trasferte. Ci viene risposto dai più giovani che vogliono tornare a casa alle cinque del pomeriggio perché hanno la palestra o la fidanzata. Non vogliono lasciare le comodità nemmeno per un posto fisso e ben pagato” – le parole dell’imprenditore.
Oltre a chi non vuole lavorare ci sono poi quelli che lavorano per un giorno e si mettono in malattia per settimane. Ma a causa della mancanza di personale l’azienda di Stevanato sta perdendo importanti appalti. Non trovando manodopera in Veneto, l’azienda ha iniziato a guardare al Sud dove – a detta dell’imprenditore – i giovani hanno più voglia e più bisogno di lavorare. Secondo Selvanato alla base di questa mentalità giovanile ci sono due fattori: l’educazione familiare che coccola troppo i ragazzi e il Reddito di Cittadinanza. Lui non propone di abolirlo in toto ma di darlo solo a chi davvero non può lavorare come le persone con disabilità o gli anziani che, pur avendo lavorato una vita, hanno una pensione troppo esigua per arrivare a fine mese. Non darlo, insomma, a ragazzi di 18-20 anni che, tra l’altro, vivono ancora in casa con i genitori e, dunque, non necessitano di mantenersi. La stessa difficoltà a trovare personale viene continuamente lamentata da titolari di bar e ristoranti. Qualche mese fa, provocatoriamente il titolare di un locale in provincia di Lecce ha pubblicato un annuncio di lavoro molto particolare: “Decidete voi giorni, orari e stpiendio”.