Dal palco del Lucca Comics – festival dedicato al fumetto – lo scrittore Roberto Saviano non ha perso occasione per attaccare il Governo Meloni.
Già il giorno seguente alla vittoria di Fratelli d’Italia, Saviano si sentiva minacciato dagli elettori di Giorgia Meloni da lui definita “uno spettro che vaga per l’ Europa”. Ospite del Lucca Comics, lo scrittore non ha perso l’occasione di attaccare il nuovo Esecutivo di Centrodestra.
In prima battuta ha biasimato la decisione del nuovo Ministro dell’interno – il leghista Matteo Piantedosi – di mettere un freno agli sbarchi degli immigrati e di dare l’autorizzazione solo alle navi Ong italiane. “Con tutti i problemi del paese è sintomatico che si parli solo di fermare le Ong che salvano vite in mare. E chi prende posizione contro queste cose viene attaccato” – le parole di Saviano il quale ha ribadito di essere costantemente minacciato anche sui social. Ma l’autore di Gomorra ha proseguito rivendicando con orgoglio il suo dissenso e ha affermato: “La libertà del dissenso va misurata su quanto il dissenso lo paghi. L’unico modo per resistere è non lasciare sole le persone che prendono posizione su certi temi, come la difesa delle Ong per esempio“.
L’occasione per riproporre il suo punto di vista è stata la presentazione di “La memoria delle ossa”, il quarto volume delle “Storie della paranza” di Saviano. Lo scrittore da 17 anni vive sotto scorta e sotto protezione per le minacce della camorra. Ha spiegato che, a sue spese, ha imparato che la democrazia dà una libertà formale: per esercitarla servono le risorse adeguate e gli strumenti adatti. Per la prima volta in tanti anni, Roberto Saviano ha ammesso di essere stanco di lottare. Recentemente è stato portato a processo dal nuovo premier Giorgia Meloni che lui, tempo fa, aveva definito “bastarda” sempre in merito alle Ong e alle politiche migratorie del Centrodestra. Lo scrittore ha concluso il suo intervento al Lucca Comics con queste parole: “Sono stanco, esausto, non ne posso più, ti intimidiscono, sei nel mirino, maciullato, minacciato costantemente, oggetto di gossip che diventa squadrismo. Sono stato portato a processo dal primo ministro Meloni, dai ministri Salvini e Sangiuliano, ma io mi prendo la responsabilità e rivendico il diritto di fare critiche feroci al potere”.