Nell’anno 2019 l’evasione fiscale e contributiva ha raggiunto una percentuale del 4,1% del PIL. Ossia una cifra pari a 99,2 miliardi di euro.
Quali sono le tasse più evase? Le tasse più evase sono l’IRPEF, che riguarda il lavoro autonomo, IRES, IVA, IRAP. Invece sono evase in modo minore quelle tasse sulle locazioni, il canone Rai, IMU e TASI. Circa gli evasori fiscali, purtroppo ve ne sono tanti e anche se la lotta a “scoprirli” c’è sempre stata, non tutti Governi si sono applicati in modo profondo per trovarli.
Ma quali sono i motivi che spingono i cittadini a evadere? Le ragioni sono legate alta pressione fiscale e anche alla mancanza di cultura della legalità fiscale. A questo si aggiungono i controlli insufficienti. In effetti c’è da dire che i precedenti Governi introducendo il “cashback”, ossia il processo di ottenere indietro i soldi in cambio degli acquisti effettuati hanno incentivato i pagamenti a mezzo di carte elettroniche, invece il Governo attuale ha fatto in modo d’innalzare il tetto dei pagamenti in contanti.
Ma chi sono gli evasori italiani?
Innanzitutto cerchiamo di geo localizzare l’evasore fiscale. Quali sono le regioni e le città dove si evade maggiormente in Italia. Facendo un’attenta analisi del nostro stivale, si può stabilire che le regioni di Calabria e Campania hanno un 20% di evasione a livello nazionale. Invece le regioni di Lombardia e Friuli Venezia Giulia hanno una percentuale che si aggira sull’11%. Se volgiamo individuare le città italiane dove vi è maggior evasione, allora possiamo indicare Crotone, Agrigento e Cosenza dove la percentuale dell’evasione è davvero alta, infatti raggiunge il 40%. A queste si aggiungono città come Torino, Parma e Milano con le percentuali di evasioni che si aggirano sul 12 e il 14%. Ma cerchiamo anche di capire chi sono le categorie dei lavoratori che tendono a evadere maggiormente le tasse dovute.
Ovviamente l’alta percentuale di evasione riguarda proprio quelli che sono i lavoratori autonomi e soprattutto coloro che svolgono dei lavori a domicilio per conto terzi, soprattutto, ossia coloro che svolgono lavori come le ripetizioni private, gli artigiani, gli elettricisti, i falegnami, i fabbri, gli idraulici e i muratori. Ma ci sono anche delle categorie lavorative che evadono meno e sono quelle dei commercialisti, notai e veterinari. Cosa accade invece per gli esercizio commerciali come ad esempio i bar e i ristoranti? Quando ci rechiamo al bar e consumiamo il nostro caffè o altro, è stato calcolato che l’esercizio in questione emette lo scontrino fiscale solo nel 50% dei casi. Quindi una evasione è stata messa in risalto in questi esercizi. Cosa accade invece nel settore della Sanità? L’evasione riguarda il 34% dei medici che sono specialisti e quelli dentisti, invece tocca il 40% per la categoria degli psichiatri/psicologi, il 38% per quella dei dietologi e dei nutrizionisti, il 25,3% invece per la categoria dei veterinari. Cosa accade invece per le farmacie? Qui l’evasione tocca una percentuale davvero minima ossia il 2,3%. Accade infatti che ci sia o una mancata emissione della fattura, scontrino, oppure uno scontrino che abbia un importo inferiore a quello che è stato invece speso dal cliente.