Dimissioni boom in Italia. Cosa sta succedendo

Si è registrato un aumento di dimissioni volontarie in Italia nell’anno 2022. Ci si chiede come è possibile che si siano verificate.

Dobbiamo precisare che si tratta di professionisti che sono alla ricerca di un altro lavoro, che venga pagato meglio e che sia più soddisfacente. Questo almeno quanto è emerso dalla Fondazione studi Consulenti del Lavoro, il periodo sotto esame è proprio quello che riguarda gli anni del 2019 e il 2021.

Dimissioni boom in Italia. Cosa sta succedendo2023-01-25
Dimissioni boom in Italia – Formatonews

Circa le dimissioni sono state registrate almeno 1,6 milioni nell’anno del 2022, 300mila in più rispetto al 2021, e quindi quello che interessa a questo punto è il tipo di professioni che potrebbero essere coinvolte in questo fenomeno di dimissioni in massa. In effetti questo aspetto legato alle dimissioni potrebbe essere alimentato da alcuni tipi di lavoratori che rientrano in determinate categorie. Parliamo quindi d’ingegneri, informatici, chimici, medici, architetti, geometri, ma anche quelle dei periti e operai specializzati.

Quello che sta accadendo

Si parla di un termine inglese “Great Resignation” ossia “Grande dimissione”, è un termine che è nato negli Stati Uniti, per conto di uno psicologo americano, che aiuta davvero a descrivere un fenomeno che è stato osservato in particolare dopo la prima ondata di Covid-19 negli Stati Uniti. In effetti, complice il lungo periodo di lockdown, molti lavoratori, stando a casa e lavorando in smart working o comunque non lavorando affatto, hanno avuto modo di ripensare al loro lavoro e soprattutto alla qualità. Quindi con la classica decisione di volere abbandonare la loro occupazione, se non risulta essere soddisfacente, hanno cercato di dare una svolta alla loro vita, in meglio. Nel 2022 abbiamo assistito a una inflazione record e anche a un boom di dimissioni. Quello che è emerso dalla Fondazione studi Consulenti del Lavoro è che le percentuali più alte fino all’anno 2021 riguardano proprio quelle professioni tecniche (quindi con una percentuale del +22,4%), quelle che sono a elevata specializzazione (con una percentuale del +19%) e poi i laureati (con una percentuale del +17,7%).

la categoria degli ingegneri tra le professioni dimissionarie 2023-01-25
Anche la categoria degli ingegneri tra le professioni dimissionarie – Formatonews

Inoltre su un campione di mille lavoratori, è stata registrata la percentuale del 35,1% che invece desidera avere una nuova occupazione con salari migliori. Tra le categorie dei giovani lavoratori, il 49% vorrebbe maggiore equilibrio e quindi un vero e proprio benessere personale. Comunque in Italia non si è mai raggiunto il grado di dinamicità di altri Paesi, come ad esempio per quello che accade negli Stati Uniti. Quindi questa tendenza alle dimissioni e alla ricerca di posti di lavoro più soddisfacenti dipende secondo quanto è stato dichiarato da Fabrizio Pirro, docente di Sociologia del lavoro alla Sapienza, dalla “ripresa del mercato del lavoro e dell’economia   dopo lo stop creato dalla pandemia”. E ancora Pirro dichiara che i giovani “puntano in molti casi a trovare un migliore equilibrio tra ’senso’ e reddito e tra vita privata e professionale. Sta cambiando il valore che viene attribuito al lavoro”. Secondo Pirro  non si può dunque dire che il fenomeno americano è stato trapiantato in Italia, ma in generale “il lavoro sta perdendo centralità in generale, il valore dell’operosità sta venendo meno”. Secondo il professore stiamo assistendo a un fenomeno ossia “esplodere dell’individualismo e la disgregazione dei legami sociali”.

 

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