L’ultima legge di Bilancio ha prorogato della durata di un anno OPZIONE DONNA. Vi sono delle restrizioni da considerare.
Ovviamente ci sono quelli che sperano in un intervento per fare in modo di tornare alla vecchia versione. Tra coloro che sperano in questo intervento di revisione vi è sicuramente il ministro del lavoro Marina Calderone che ha fatto in modo di sottoporre l’argomento OPZIONE DONNA all’attenzione del Consiglio dei Ministri.
Si parla di un vero e proprio allentamento della stretta su OPZIONE DONNA che è ovviamente prevista dalla nuova manovra del Governo. Questo quanto dichiara il ministro del lavoro Marina Calderone : “Alcuni interventi non hanno portato consenso, come Opzione donna, ma vi è il massimo impegno per trovare misure con cui rivedere alcuni passaggi della norma“.
I requisiti
Fino all’anno 2022, appena concluso, una donna poteva andare in pensione con determinati requisiti ossia all’età di 58 anni, invece l’età passava a 59 anni e riguardava le lavoratrici autonome. I contributi dovevano essere di 35 anni e con il nuovo anno si arriva a 60 anni. Il tutto è possibile per alcune categorie di lavoratrici ossia quelle che appartengono alle caregiver, le invalide con una percentuale al di sopra del 74% o le licenziate.
È stato introdotto un intervento restrittivo legato proprio al criterio dei figli. A questo punto tutte le donne che risultano appartenere alla categoria delle lavoratrici, delle dipendenti o delle autonome che hanno avuto la possibilità, entro la data del 31 dicembre 2022, di avere maturato i requisiti necessari, potranno accedervi solo se si tratta di soggetti appartenenti alle seguenti categorie che vi riportiamo qui di seguito nel dettaglio. Le ctegorie sono quelle delle Caregiver, quelle delle invalide con una percentuale non inferiore al 74%, quelle delle licenziate, quelle dei dipendenti da aziende che risultano essere in crisi. Quelle con una età di 60 anni, 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2022, con uno sconto di un anno per ogni figlio entro un periodo massimo di due anni. Una domanda molto importante è: Cosa accade invece per quelle categorie di donne che risultano essere licenziate oppure donne che risultano essere dipendenti di aziende che invece sono in crisi? La risposta è la seguente: I requisiti necessari sono l’età dei 58 anni e i 35 anni di contributi, che devono essere maturati sempre entro il 31 dicembre 2022.
In merito alle correzioni che dovrebbero essere applicate a OPZIONE DONNA ci sarebbe un aspetto molto importante da considerare ossia quello dell’eliminazione del vincolo dei figli. A questo punto si stabilisce un parametro molto importante che è caratterizzato da una età uniforme che si stabilizza sui 60 anni di età. Una dichiarazione importante va riportata : “Va fatto un passo indietro su Opzione donna, con il ritorno al requisito dei 58 anni senza i vincoli introdotti in manovra. Ci sono poi da riconoscere forti incentivi alle madri lavoratrici, con uno sconto di almeno un anno di contributi per figlio” questo quanto dichiarato dalla CISL. “C’è il massimo impegno per trovare misure con cui rivedere alcuni passaggi della norma”, questo quanto dichiarato anche dal Ministro Calderone.