Un sogno sarebbe dire addio ai debiti col Fisco. Ogni contribuente ne sarebbe contento. Oggi è possibile.
Grazie all’attuale Legge di Bilancio si potranno chiudere tanti insoluti. È possibile presentare la domanda. Sicuramente sarà un sospiro di sollievo per i tanti contribuenti che hanno una sorta di spada di Damocle sulla testa e sul portafoglio.
Cosa ha previsto la Legge di Bilancio in merito a questo interessante argomento? L’attuale Legge di Bilancio ha previsto per i contribuenti che vogliono regolarizzare la loro posizione molte opportunità. Ad esempio si assiste allo stralcio dei debiti che hanno un importo residuo fino a 1.000 euro, e anche la definizione agevolata per diverse situazioni che riguardano i contribuenti.
Quali sono le novità
L’Agenzia delle Entrate fornisce delle interessanti delucidazioni in merito. Si parla della Circolare n.1/E per coloro che vogliono beneficiare della definizione agevolata. L’Agenzia informa sulle modalità per fruire di tale beneficio anche in ordine alle liti pendenti.
In particolare la Legge di Bilancio consente di definire in maniera agevolata le controversie tributarie pendenti in cui è parte l’Agenzia. La Legge di Bilancio all’art.1, ai commi 186-202 consente ai contribuenti di chiudere le controversie col Fisco. Vi è da dire che ciò vale anche per le cause pendenti innanzi alla Corte di Cassazione.
Basterà pagare un importo pari al valore della controversia. In caso ci dovesse essere un ricorso pendente in primo grado il giudizio può definirsi col pagamento del 90% del valore della controversia.
L’agenzia delle entrate cosa fa?
Vi è da dire che qualora l’Agenzia delle Entrate sia soccombente le controversie potranno definirsi con diverse percentuali ossia col pagamento del 40% del valore della controversia con pronuncia di primo grado; con il 15% in caso di soccombenza nella pronuncia di secondo grado; con il 5% le controversie pendenti innanzi alla Corte di Cassazione per le quali l’Agenzia sia stata soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio; con il 15% le controversie relative esclusivamente alle sanzioni non collegate al tributo; con il 40% in tutti gli altri casi.
L’Agenzia quindi informa che sono pronti i modelli e le istruzioni. Va precisato che la domanda dovrà presentarsi entro il 30 giugno 2023. Entro lo stesso termine il contribuente dovrà comunque pagare l’intero importo necessario per la definizione. Nel momento in cui è ammesso il pagamento rateale, a questo punto si dovrà pagare la prima rata.
Entro la data del 30 giugno, i contribuenti che sono interessati dovranno presentare la domanda all’Agenzia delle Entrate, sia direttamente oppure tramite dei soggetti incaricati. Cosa accade se ci dovessero essere più controversie? Dovrà essere presentata una distinta domanda di definizione per ciascuna controversia che è tributaria e autonoma.
A questo punto è possibile presentare la domanda tramite la PEC. La Posta Elettronica Certificata (PEC) è il sistema che consente d’inviare email con valore legale equiparato a una raccomandata con ricevuta di ritorno, all’indirizzo dell’Ufficio che è parte nel giudizio.
Quindi adesso vi è una buona notizia per il contribuente ed è quindi finalmente possibile chiudere, da parte del debitore, quei debiti col Fisco che tormentano da sempre il cittadino contribuente.