I buoni pasto sono un diritto che spetta a tutti i lavoratori. Come possono essere spesi e in quale numero.
Si tratta di ticket cartacei ed elettronici ai propri dipendenti, ma bisogna comprendere a chi spettano, quali sono gli importi e le regole in materia di tassazione.
La normativa che regola i ticket restaurant, infatti, negli ultimi anni ha subito diverse modifiche che hanno portato ai cumulabili dei buoni pasti anche per fare la spesa.
Le caratteristiche
Una delle regole principali da ricordare è che mai i buoni pasto possono essere ceduti a spenderli deve essere sempre e solo il titolare. Ci sono dei vantaggi sulla tassazione. Ad averne diritto sono sia i lavoratori dipendenti assunti a contratto part-time che full-time. I buoni pasto in formato cartaceo o elettronico possono essere erogati dal datore di lavoro ai propri dipendenti ma l’azienda non è obbligata all’erogazione.
Il lavoratore usa i buoni pasto presso bar, ristoranti e supermercati convenzionati. I ticket possono essere utilizzati per l’acquisto presso gli esercenti autorizzati alla “vendita al dettaglio e la vendita per il consumo sul posto dei prodotti provenienti dai propri fondi effettuata dagli imprenditori agricoli” e presso gli agriturismi, gli ittiturismi e negli spacci industriali.
Come funzionano buoni pasto elettronici? La carta dei ticket funziona come un bancomat o una carta di credito: l lavoratore pagherà la spesa per il servizio di mensa agli esercenti convenzionati tramite un terminale POS. La novità riguarda soprattutto la tassazione prevista: con la card la soglia di esenzione dell’importo del buono pasto passa da 5,29 euro a 7 euro.
Cosa cambia in pratica
Per i buoni pasto cartacei i limite di esenzione fiscale passa da 5,29 euro a 4 euro, mentre per quelli elettronici sale da 7 a 8 euro. Fondamentale è non consentire l’utilizzo dei ticket da soggetti diversi dal titolare, visto che i cartacei sono più facilmente cedibili mentre con gli elettronici la cosa risulta più difficoltosa.
Ecco tutti i vantaggi fiscali e le novità sulla tassazione dei buoni pasto elettronici: Aziende: Iva al 4%.Liberi professionist.Persone giuridiche: Ires 100%. I buoni pasto vengono garantiti sia a lavoratori part-time che full-time. Per i lavoratori assunti a tempo pieno vengono erogati i buoni pasto, elettronici o cartacei, d’importo compreso tra i 2 e i 10 euro. Per i lavoratori part-time, ricorrono le seguenti condizioni sono ammessi a godere del beneficio: orario di lavoro che copre la fascia oraria di un pasto; distanza tra l’abitazione e l’azienda.
Cosa fare se non è possibile utilizzare i buoni pasto? è possibile monetizzare l’importo garantito al lavoratore per il servizio di pranzo o cena.
Si tratta appunto dell’indennità sostitutiva di mensa.Anche l’indennità sostitutiva di mensa è esente da tassazione, ma secondo le indicazioni dell’INPS solo ove ” ricorrano le seguenti condizioni: un orario di lavoro che comporti la pausa per il vitto; stabile assegnazione ad una unità produttiva; unità produttiva situata in un luogo che non consente di recarsi, senza l’utilizzo di mezzi di trasporto, al più vicino luogo di ristorazione per l’utilizzo di buoni pasto”.
L’indennità sostitutiva non è soggetta a tassazione fino ad un valore pari a 5,29 euro per i ticket restaurant cartacei e di 8 euro per i buoni pasto elettronici.