A Bergamo, un papà ha donato il polmone al suo bambino malato. Un atto d’amore immenso che ha commosso l’Italia intera.
Vi sono delle circostanze in cui non si ha tempo di riflettere, perché c’è un’emergenza in corso. L’emergenza più temuta. La salute di un figlio, e la vita stessa, è la posta in gioco. O si o no. E un padre non può che dire si, incondizionatamente.
E la storia che ci arriva da Bergamo non è altro che un’incredibile congiunzione tra l’eccellenza medica italiana e l’atto d’amore genitoriale più grande. Un incontro che ha di fatto scritto una pagina di ordinaria, meravigliosa quotidianità.
Papà dona polmone al suo bambino, l’amore assoluto
Storie di meravigliosa quotidianità, fatta di gesti naturali ma assolutamente straordinari. Storie che ci fanno comprendere come la vita, per fortuna, non sia soltanto orrore bellico, violenza, sopraffazione del più forte sul più debole. E’ molto di più, è tanto di più. E’ la capacità di vivere la vita pienamente e con la piena consapevolezza che questa ti può richiedere sforzi terribili e metterti davanti a realtà difficili da accettare. Ma quelle realtà devono essere accettate perché non vi è alternativa ed allora non occorre far altro che scovare tutta la forza possibile per fronteggiarle. Quelle realtà.
E la vita sa bene quanto per un genitore il peggiore evento che possa capitare è la malattia di un figlio. Di fronte alla malattia non c’è altra soluzione che la piena presa di coscienza della gravità della situazione e che, da quel momento, inizierà una sfida senza esclusione di colpi. Perché alla fine soltanto uno sarà il vincitore e a vincere non sarà certo la malattia. L’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo è stato il teatro di un evento “unico” dal punto i vista medico, indimenticabile al punto di vista “umano”. Un uomo ha infatti donato parte di un polmone al suo bambino di 5 anni, affetto a talassemia, o anemia mediterranea.
A causa della talassemia il papà aveva già donato al suo piccolo il midollo, ma la donazione ha purtroppo causato una reazione avversa, quella che solitamente viene definita malattia da trapianto contro l’ospite, come ci ricorda ansa.it. Nel caso specifico le cellule trapiantate hanno attaccato gli organi del bambino e il rigetto ha poi causato un danno polmonare irreversibile. Per tale motivo si è reso indispensabile un nuovo intervento con il papà che ancora una volta ha “donato” per il suo bambino. Quali sono le attuali condizioni del bambino e del suo papà?
I medici sono fiduciosi
L’intervento è avvenuto nella giornata di martedì 17 gennaio ed è stato coordinato dal dottor Michele Colledan. Un intervento che ha avuto la durata complessiva di undici ore, come ci informa fanpage.it. Si è trattato del primo trapianto da vivente, un intervento di estrema complessità.
Papà e bambino sono ancora ricoverati all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo ed entrambi sono ancora in prognosi riservata. Dall’ospedale bergamasco hanno comunque tenuto a precisare che in casi come questo il rischio di rigetto è molto basso dal momento che il sistema immunitario riconosce l’organo trapiantato come proprio. Che meraviglia!