Farmaci sempre più cari da una parte, visite mediche sempre più costose e meno accessibili dall’altra.
Cosa sta accadendo quindi in questo periodo? Le già persistenti criticità del Sistema sanitario nazionale sono state aggravate negli ultimi mesi dall’inflazione crescente e dall’incremento generalizzato sui prezzi delle forniture, con particolare riferimento ai costi energetici.
Uno studio ha messo in evidenza che sui circa 1.100 farmaci di fascia C (a totale carico dei pazienti), si riscontrano dei pesanti rincari dei medicinali. Il prezzo di quelli più comuni è aumentato in media del 10,4% tra dicembre e gennaio. Cerchiamo di comprendere meglio di cosa si tratta.
I rincari dei farmaci e delle visite mediche
Il rincaro più alto ha interessato il farmaco Tadalafil, ossia il generico del Cialis, la cui confezione da quattro compresse di 10 mg è passata da circa 23 euro a 57, con un incremento di quasi il 149%. La confezione da quattro compresse del Sildenafil Zentiva ha invece registrato un raddoppio, passando a 12 a 24 euro.
Il Dantrium, usato contro l’ipermetabolismo fulminante, nella confezione da 36 flaconi costa ben 168,8 euro in più. In aumento anche i costi dei farmaci di uso più comune, come la Tachipirina iniettabile, che nella confezione da 7 flaconcini è passata da 78,54 a 87,96 euro, con un rincaro del 12%. Il Toradol, antidolorifico è passato da 13,40 a 14,20 euro. Il Muscoril, utilizzato per curare lombosciatalgie, nevralgie e altre patologie, ha raggiunto i 19,85 euro. Aspirina, Voltaren o Buscopan, sono aumentati in media del 5,1%.
Non si tratta solo di farmaci ma anche di visite mediche che oggi costano generalmente di più. Ad esempio nel Centro Santagostino, gruppo con oltre 50 milioni di fatturato con sedi in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna, è emersi che le visite specialistiche e le ecografie sono passate da 65 a 77 euro.
Se vogliamo essere precisi dobbiamo dire che sono soprattutto la risonanza magnetica e gli esami del sangue ad aver subito un notevole aumento. Altro aspetto molto importante che va considerato in questo scenario abbastanza preoccupante di rincari che riguardano sia i farmaci che le visite mediche, si è registrato anche uno spaventoso incremento dei tempi di attesa nelle strutture pubbliche, che sta costringendo milioni di pazienti ad affidarsi alle cliniche private. Questo è un aspetto molto importante dato che per non rinunciare ai controlli medici ovviamente si devono sostenere delle spese.
Va anche detto un aspetto molto particolare ossia che le prime visite effettuate presso le strutture statali è sceso da 21,8 milioni nel 2019 a 18,7 milioni nel 2022, con una perdita di oltre 3 milioni di pazienti. Va anche detto che il discorso si aggrava per gli appuntamenti di controllo.
Il parametro da considerare è quello prima della pandemia, in cui ne venivano erogati 32,8 milioni ogni anno, lo scorso anno invece sono crollati a 27,5 milioni. Sono cifre preoccupanti e che spaventano, dato che la salute deve essere un aspetto fondamentale e mai trascurato da parte del cittadino, ma nello tesso tempo ci dovrebbe essere una tutela per fare in modo che il cittadino non debba sostenere delle eccessive spese mediche per un suo diritto, ossia quello di curarsi.